Tecnologia e salute: smartphone e smartwatch per aiutare le donne nel parto in acqua

MeteoWeb

Ci saranno anche uno smartphone e uno smartwatch ad accompagnare le future mamme in sala parto, o meglio nella ‘vascaparto‘. E’ quanto prevede il primo studio scientifico sul parto in acqua realizzato dall’Unità operativa complessa di Ostetricia e ginecologia dell’Arnas Civico di Palermo, in collaborazione con Pharma Mum. Le due tecnologie consentiranno di monitorare l’andamento del parto – contrazioni e battito cardiaco della mamma – rimanendo comodamente dentro la vasca per il parto in acqua. Fino ad oggi infatti il parto in acqua non consentiva di collegare la donna al cardiotocografo tradizionale che rileva le contrazioni uterine. Water Birth invece – l’app iOS realiazzata da Pharma Mum Italia – permette all’ostetrica e al ginecologo di monitorare passo passo le varie fasi del parto in acqua. Il meccanismo è piuttosto semplice. Attraverso lo smartwatch, la gestante può registrare l’inizio e la fine di ogni contrazione, indicandone anche l’intensità (alta, media o bassa), con un semplice tocco sul dispositivo. In tempo reale, il personale medico e ostetrico può quindi verificare sullo smartphone la frequenza, la durata e l’intensità delle contrazioni della donna direttamente dalla vasca e, al contempo, tenere sotto controllo la sua frequenza cardiaca, rilevata dallo smartwatch, in modo da poter notare eventuali alterazioni. Grazie alla app è inoltre possibile avere una media delle contrazioni in diversi archi temporali (ultimi 30 minuti, ultima ora, ultime 12 o 24 ore). La futura mamma può così rimanere dentro l’acqua, con tutti i benefici che derivano in termini di contrazioni meno dolorose e rilassamento. “Per coloro che hanno travagli lunghi, con contrazioni prolungate e molto dolorose e fastidiose, l’acqua genera dei benefici incredibili poiché i recettori a livello cutaneo ritardano la percezione del dolore a livello cerebrale” spiega Sara Amato, coordinatrice delle ostetriche dell’Arnas-Civico. Questo ospedale è stato uno dei primi, a Palermo, a dotarsi, a partire dal 2005, della vasca per il parto e nei primi 5 anni 500 mamme hanno scelto di partorire così. Nel 2011 è stata inaugurata la nuova vasca. Ogni anno, l’Arnas Civico registra circa duemila parti e il 5-7 per cento di quelli naturali avviene in acqua. “Siamo stati e siamo il secondo centro in Italia per numero di parti in acqua – afferma il professore Luigi Alio, direttore dell’Unità operativa complessa di Ostetricia e ginecologia – Da 15 anni diamo la possibilità alle donne di partorire come preferiscono e il parto in acqua è una pratica che si diffonde sempre più. Quando ci è stata offerta la possibilità di monitorare le contrazioni e la frequenza cardiaca della partoriente e di avere con lei un’interfaccia così semplice e obiettivabile, abbiamo deciso di codificare quello che non si sa, ovvero il rilascio di endorfine che rende il dolore più sopportabile“. Al termine della ricerca, la app sarà pubblicata sull’App Store.

Condividi