L’annata 2016 si rivela in tutte le sue potenzialità a Soave Preview, l’Anteprima del Soave, in programma al Palazzo del Capitano, nel cuore del borgo medievale, dal 18 al 21 maggio, aprendo quest’anno sotto il segno della biodiversità.
In occasione dei dieci anni della manifestazione due saranno le giornate dedicate alla stampa e agli operatori, il 18 e il 19 maggio, mentre sabato 20 e domenica 21 maggio per la prima volta anche il pubblico potrà partecipare e assaggiare in anteprima tutte le interpretazioni del Soave 2016.
Riflettori puntati sulle caratteristiche distintive dell’annata 2016 dei Soave in assaggio soprattutto da parte degli ospiti stranieri, circa un centinaio tra giornalisti, wine educator e influencer provenienti da Giappone, Germania, Polonia, Inghilterra, Nord Europa, Stati Uniti, oltre naturalmente alla stampa italiana di settore.
Forti le attese per l’ultima vendemmia del Soave che presenta un grande equilibrio tra le componenti acide, zuccherine e sapide. Un’annata classica quindi, che ha goduto di un andamento climatico equilibrato, con un apporto idrico ben distribuito nei mesi estivi e con escursioni termiche pre-vendemmia che hanno regalato alle uve e poi ai vini notevoli bouquet floreali.
Qualità che nel Soave si accompagna alla biodiversità, tema e valore scelto dal Consorzio per caratterizzare l’anteprima di quest’anno.
Quello del Soave è infatti l’unico consorzio italiano che ha concepito la biodiversità non come obiettivo finale ma come sistema di misura – un vero e proprio termometro – in grado di valutare l’incidenza delle fasi produttive su terra, acqua, aria, in base al protocollo Biodiversity Friends, messo a punto nel 2010 dalla World Biodiversity Association. In questo modo la biodiversità diventa una sorta di “ponte” che gradualmente conduce le aziende produttrici, già impegnate in tema di rispetto dell’ambiente, verso il vero obiettivo finale: la sostenibilità dell’intero sistema produttivo.
Figlio naturale di questo approccio alla biodiversità è stato lo scorso anno il riconoscimento ministeriale delle Colline Vitate del Soave quale primo “Paesaggio rurale di interesse storico” d’Italia ed il suo inserimento nel “Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico, delle pratiche agricole e delle conoscenze tradizionali” istituito dal Ministero delle politiche agricole e forestali. Su questo aspetto prosegue la ricerca grazie ad un nuovo progetto che vede coinvolta una ricercatrice internazionale dello IUAV di Venezia.
Il Soave dunque, forte di una visione basata sulla biodiversità, si racconta anche come “vino di paesaggio”, nato su colline caratterizzate da precisi iconemi e per questo non clonabili. Un paesaggio unico che si distingue da “paesaggi viticoli internazionali” che invece incarnano un’immagine standardizza e stereotipata del vigneto.
Vino unico, nato da un paesaggio non clonabile per definizione, il Soave viene poi esportato per l’80% della sua produzione e apprezzato in oltre 70 paesi nel mondo quale vino bianco simbolo dell’Italia. Uno dei motivi di questa sua diffusione è senza dubbio la sua perfetta “abbinabilità” alle differenti cucine del mondo.
Ne verrà data prova durante l’Anteprima con “Soave – wine & street food experience” quando il pubblico, nelle giornate di sabato 20 e domenica 21 maggio, potrà degustare il Soave in abbinamento a piatti della tradizione thai, coreana, spagnola, oltre alle rivisitazioni del classico hamburger in chiave gourmet.