Tumori, Fadoi: al via lo studio sul migliore trattamento per le malattie tromboemboliche

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Una ricerca no profit sui pazienti oncologici che hanno contemporaneamente malattie tromboemboliche: è lo studio ‘Caravaggio’, gestito dalla società scientifica Fadoi (Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti), con la collaborazione dell’Università di Perugia. Obiettivo, mettere a confronto nel trattamento della malattia (embolia polmonare, trombosi venosa) la terapia standard, ovvero iniezioni dell’anticoagulante eparina, e l’assunzione di un farmaco orale. Lo studio sarà uno dei temi che verranno discussi durante il XXII Congresso nazionale Fadoi, in programma dal 13 al 16 maggio a Sorrento, all’Hilton Sorrento Palace. ‘Caravaggio’ – spiega Fadoi in una nota – è uno studio internazionale, indipendente, promosso e coordinato interamente dall’Italia. Prevede il coinvolgimento di circa 1.200 pazienti con 120 centri ospedalieri in Italia, in altri 9 Paesi europei, in Israele, negli Stati Uniti e in Canada. I centri italiani coinvolti sono circa 35, distribuiti in maniera omogenea sul territorio nazionale. Il progetto è partito il 12 aprile scorso, con l’arruolamento del primo paziente a Perugia. Fra le peculiarità di ‘Caravaggio’ – aggiunge Fadoi – vi è lo sforzo di realizzare uno dei primi studi su base interamente informatica, per esempio anche raccogliendo su supporto elettronico il consenso dei pazienti.  “E’ la prima volta che una società scientifica italiana è provider unico di uno studio di tale portata – spiega Andrea Fontanella, presidente nazionale Fadoi – attirando finanziamenti internazionali. E’ un segnale importante per i ricercatori e per la comunità scientifica: anche in Italia si può fare ricerca ad alti livelli”. Al congresso di Sorrento – conclude Fadoi – ampio spazio sarà dato anche alla gestione della complessità dei pazienti ricoverati in medicina interna grazie allo studio ‘Complimed’, alla legge sulla responsabilità professionale, al fine vita, alle nuove insuline per la cura del diabete nei pazienti ricoverati, alle infezioni batteriche resistenti agli antibiotici, alle complicanze internistiche in gravidanza, alle malattie croniche cardiovascolari.

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