A Roma “L’arte risveglia l’anima”: in mostra opere di artisti con l’autismo

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“Le persone autistiche non sono malate. Sono persone con grandi potenzialità, tra le quali anche quelle artistiche”. La vicepresidente dell’Associazione autismo Firenze, Anna Kozarzewska, spiega così all’AdnKronos Salute il progetto ‘L’arte risveglia l’anima’, una mostra itinerante che vuol portare alla ribalta “il talento e la straordinaria capacità espressiva” di artisti con disturbi dello spettro autistico, con l’intento di modificare l’atteggiamento di chi vi riconosce soltanto un handicap. La mostra, presentata oggi a Roma al complesso monumentale di San Salvatore in Lauro, è un progetto internazionale di inclusione culturale e sociale promosso da Associazione autismo Firenze, Associazione amici del museo Ermitage (Italia) e Associazione culturale ‘L’immaginario’, con la collaborazione de Il Cigno GG Edizioni, Insettopia-per noi austistici Onlus con il patrocinio di Mibact e Regione Lazio. Dal 9 al 25 giugno sarà possibile ammirare 75 tra dipinti, disegni e ceramiche realizzati da 24 artisti italiani insieme all’opera collettiva ‘Believe’, creata da 7 ragazzi di Insettopia – per noi austistici Onlus. Il percorso approda nella capitale dopo la tappa fiorentina del 2 aprile scorso. “Abbiamo pensato di promuovere questo progetto per far sì che di autismo si parli non soltanto nella giornata mondiale del 2 aprile -aggiunge Kozarzewska, coordinatrice del progetto – e abbiamo pensato di radunare qui delle opere di artisti provenienti da varie regioni italiane, in modo da dare a questo progetto una dimensione più ampia. Questo progetto esce dai confini regionali e si estende sul territorio nazionale, e ci permette di instaurare collaborazioni importanti. Pensiamo che girando lungo lo stivale riusciremo a promuovere la causa dell’autismo e valorizzare le persone che ne soffrono”. “Ci sembrava importante valorizzare la creatività di questi ragazzi, esponendo i loro lavori – spiega Cristina Bucci, curatrice della mostra – Ci è sembrato importante che la mostra fosse ospitata all’interno di un museo, questo perché riteniamo che il museo abbia un ruolo sociale importante e che sia un luogo d’incontro. L’arte può offrirci una piattaforma d’incontro con queste persone. Attraverso la mostra vogliamo andare oltre la patologia. Sapere che il linguaggio figurativo è così importante per queste persone, per esprimersi, ci aiuta a dare un valore diverso alle opere esposte. Immaginazione e talento fanno parte di loro come di ciascuno di noi. Si tratta di portarle a conoscenza del pubblico sfatando i luoghi comuni sull’autismo che vanno unicamente ad alimentare isolamento e pregiudizi”. Molti i lavori ispirati ai grandi artisti di ogni tempo, da Giotto a Caravaggio, da Fattori a Chagall, da Mondrian a Marini, così come le tele di fantasia e con forti elementi autobiografici. Gli artisti s’impongono all’attenzione del pubblico “realizzando il miracolo della condivisione, così difficile per le persone con autismo, ma così complicata, nella società di oggi, anche per gli altri”, sottolinea lo psicologo e psicoterapeuta Giuseppe Maurizio Arduino. “L’autismo – prosegue Arduino – andrebbe oggi definito come una caratteristica plurale, nel senso che abbiamo persone che hanno forme diverse di autismo. Generalmente hanno in comune delle difficoltà, a livello dell’interazione sociale, a livello della comunicazione. Questo denominatore comune però viene poi declinato in forme differenti. Possiamo avere un bambino che non parla, oppure un bambino che capisce il linguaggio e parla, sa leggere e scrivere. Il rapporto tra arte e autismo va letto all’interno di questa differenza”. “Ci sono persone, cosidette ad ‘alto funzionamento’, con delle buone capacità a livello intellettivo e un talento artistico che può essere visibile attraverso dipinti e altre forme; oppure possiamo avere casi di ‘basso funzionamento’, persone che non parlano, con delle forme di espressione artistica differente che vanno magari a sottolineare degli aspetti più emozionali che riescono comunque a trasmetterci attraverso l’arte. Quello che va sottolineato -conclude lo psicologo- è che due delle difficoltà principali, ovvero la comunicazione e la difficoltà di condividere con gli altri delle cose, vanno sullo sfondo proprio grazie all’espressione artistica”. Il progetto espositivo proseguirà il suo viaggio toccando la Fondazione Conservatorio di San Giovanni Battista a Pistoia (18-29 ottobre) e il Museo Omero ad Ancona a dicembre.

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