“Il fenomeno dell’abbandono dei cavalli in un prato o più semplicemente in un maneggio a fine carriera è in forte espansione in Italia. Negli ultimi anni – spiega l’associazione AIDAA in una nota – il fenomeno dell’abbandono dei cavalli a fine attività sportiva è cresciuto di pari passo con la loro esportazione nei paesi dove è possibile macellarli senza troppe storie ne troppi riguardi. Ad oggi si calcola che siano circa 45.000 i cavalli abbandonati o comunque privi di cure dopo aver fatto attività sportiva a vari livelli, a questi si devono aggiungere le migliaia di cavalli che vivono da sempre allo stato brado.“
“Qui qualcuno si riempie la bocca con le proposte di far diventare il cavallo un animale di affezione – dice Lorenzo Croce presidente di AIDAA – proposta ovviamente da noi condivisa, ma prima occorre avere il coraggio di affrontare e risolvere la questione che riguarda decine di migliaia di cavalli che spesso vengono abbandonati negli stessi maneggi oppure liberati in un recinto e li lasciati senza alcuna cura, o ancora peggio venduti all’estero dove indipendentemente dal fatto che nella loro esistenza abbiamo assunto dei prodotti dopanti e nonostante i divieti vengono macellati e la carne poi rimandata in Italia magari anche grazie agli sconti fiscali concessi negli anni scorsi dai nostri governi sull’importazione di carne di cavallo e asino congelata. Le cose vanno dette come stanno- ci dice ancora Croce- qui siamo di fronte a un dilemma balordo, da una parte siamo contrari allo sfruttamento dei cavalli nello sport, ma se non gareggiano finiscono nei macelli. Occorre rompere questo orribile circolo vizioso e sedersi tuti insieme attorno a un tavolo senza pregiudizi dalle varie parti e trovare una soluzione alla questione dell’abbandono dei cavalli che rischia di diventare ancora più esplosivo nei prossimi anni“.