Quanto può crescere una stella prima di collassare come buco nero? Possono le stelle primordiali dell’Universo esser diventate talmente massicce da aver dato origine ai primi buchi neri del Cosmo? Se lo è domandato un team internazionale di studiosi della Monash University australiana, dell’University of Minnesota, della Shanghai Jiao-Tong University, dell’University of Portsmouth britannica e dell’Heidelberg University tedesca.
Oggetto del loro studio, i cui dettagli sono stati pubblicati su The Astrophysical Journal Letters, sono state, in particolare, le quasar (quasi-stellar radio source), nuclei galattici attivi molto luminosi, distanti miliardi di anni luce dalla Terra e con una massa enorme, pari a miliardi di volte quella del Sole. Gli scienziati – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – si sono domandati come hanno fatto questi oggetti ad accrescersi fino a diventare così massicci in poco tempo, quando l’Universo era ancora bambino.
La risposta, secondo gli esperti, è da ricercare nell’esistenza di particolari stelle supermassicce nell’Universo precoce. Secondo gli astronomi, nell’alone primordiale che ha portato alla formazione di questi astri le molecole d’idrogeno sarebbero state spezzate, probabilmente dalla radiazione ultravioletta emessa dalle stelle vicine. Questo avrebbe impedito all’alone stesso di raffreddarsi subito, consentendogli invece di accrescersi fino a raggiungere masse di decine o centinaia di milioni di volte quella solare, prima di collassare per formare la stella.
Dopo un breve periodo di rapido accrescimento queste stelle, divenute instabili, sarebbero poi collassate in buchi neri. Per studiare questi processi, gli astronomi hanno utilizzato sofisticate simulazioni computerizzate, grazie alle quali hanno ricostruito nascita, crescita e collasso finale di queste stelle supermassicce. Stelle che, secondo gli autori, potrebbero quindi essere responsabili della formazione delle prime e più luminose quasar dell’Universo.