Una parte dello xeno presente nell’atmosfera terrestre – circa il 22% – potrebbe provenire dalle comete. E’ questa la conclusione di uno studio condotto dal Centre de Recherches Pétrographiques et Géochimiques di Nancy, grazie ai dati raccolti dalla sonda Rosetta mentre era impegnata nel sorvolo della cometa Churyumov-Gerasimenko, tra il 14 e il 31 maggio dello scorso anno.
La scoperta – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – potrebbe fornire indizi sull’origine di questo gas, oltre ad essere di cruciale importanza per comprendere il ruolo svolto dalle comete per la comparsa di alcuni elementi essenziali per la vita.
Lo xeno è un gas nobile, inodore, incolore e molto pesante: ha nove isotopi diversi che possono essere tracciati nel cosmo dagli scienziati per determinarne la provenienza. Tuttavia, i modelli che tentano di spiegare l’origine di questo gas sulla Terra, non sono mai stati del tutto esaustivi e necessitano di ulteriori passi avanti.
Secondo i dati spettrometrici raccolti dallo strumento ROSINA a bordo di Rosetta, lo xeno non più rilevato sulla superficie sarebbe rimasto intrappolato nel ghiaccio cometario, in un’epoca precedente alla formazione del Sistema Solare. Non solo, la firma isotopica di questo xeno cometario sembrerebbe molto simile a quella del medesimo gas sulla Terra.
Lo studio rappresenta solo un primo passo verso la scoperta delle misteriose origini dello xeno sul nostro pianeta, anche se gli autori della ricerca ritengono di avere sufficiente materiale per affermare che proprio le comete abbiano portato lo xeno fino a noi, nel loro lungo viaggio attraverso il Sistema Solare.