L’ovale del viso si modifica, la pelle diventa secca, assume un aspetto più opaco e le rughe cominciano ad essere evidenti. Lo sguardo, poi, spesso sembra triste, per colpa delle sopracciglia ‘cadenti’. “Cinquant’anni per una donna vogliono dire tanto, nel bene e nel male. A questa età si può godere di una maturità e consapevolezza. Ma questa è un’età legata anche alla menopausa, ai cambiamenti ormonali. E il corpo si trasforma in vari modi, tanto che guardarsi allo specchio e vedersi diverse può diventare un problema”. A riflettere sull’epidemia di ritocchi “che dilaga fra le donne, ma anche gli uomini, a 50 anni”, è Giulio Basoccu, specialista in Chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva presso Ini, Istituto neurotraumatologico italiano. Basoccu invita a non demonizzare le persone che chiedono aiuto al chirurgo plastico. Il problema, semmai, è optare per approcci drastici, che rischiano di stravolgere i connotati. “Chi ha come concetto base l’armonia – dice l’esperto all’Adnkronos Salute – esegue piccoli interventi, che possano ammorbidire quelle curve del viso e del corpo perse nel tempo. Una soluzione ideale sia per le donne sia gli uomini cinquantenni”. Cosa accade alle pelle a 50 anni? “In seguito alla menopausa diminuisce la produzione degli estrogeni. Questo – spiega – determina una riduzione della densità e della compattezza del derma, lo strato più profondo della pelle, che da questi ormoni trae elasticità. La pelle diventa quindi più sottile e tende a cedere verso il basso a causa della forza di gravità. L’ovale del viso si modifica, la pelle diventa secca, assume un aspetto più opaco e le rughe cominciano ad essere evidenti”. Ma i segni del tempo sono causati anche da fattori che possono essere controllati. “Il principale è il fumo: rallenta la circolazione impedendo alla pelle di ricevere abbastanza ossigeno. Un altro responsabile è l’esposizione al sole. I raggi ultravioletti causano danni diretti alle fibre connettive della pelle. Promuovono inoltre il generarsi nell’organismo di radicali liberi, responsabili della distruzione della membrana cellulare”, avverte l’esperto. Con l’avanzare dell’età, la velocità e qualità della sostituzione della pelle sono ridotte. “A 20 anni la pelle è sostituita ogni 3 settimane mentre a 50 anni ogni 9. Le proteine danneggiate si accumulano. Inoltre dopo i 25 anni la produzione di sebo inizia a diminuire: ciò riduce l’acne ma produce anche secchezza. Questa diminuzione di sebo diventa più seria dopo i 50 anni”. Non solo. La forza di gravità e il cedimento delle strutture del viso spingono i tessuti verso il basso. “In una cinquantenne ciò che salta agli occhi è uno sguardo più o meno cupo, triste. In particolare le sopracciglia sembrano appesantite e si trovano troppo vicine all’occhio. L’intervento più adatto per risolvere con minimo impegno chirurgico questo tipo di inestetismo – dice Basoccu – è il lifting temporale. Il chirurgo pratica un’incisione a tre centimetri dall’attaccatura dei capelli, a forma di ellisse. Si esegue quindi uno scollamento della cute fino ad arrivare alla muscolatura superficiale delle tempie e della parte laterale della fronte e all’esterno del muscolo orbicolare. La struttura muscolo-cutanea viene riposizionata, tirandola indietro e risollevandola e si rimuove infine l’eccesso di pelle. Sono sorprendenti i risultati che si possono ottenere con un lifting di così piccola entità”. “Dopo l’intervento non saranno visibili i segni della chirurgia, perché le incisioni previste si trovano tra i capelli, sopra le tempie. In ogni caso, queste sono estremamente sottili grazie alle particolari tecniche di sutura e potranno in breve essere coperte con la normale acconciatura”. A 50 anni poi, sia nelle donne sia negli uomini, non è affatto raro notare le cosiddette borse sotto agli occhi. “Accumuli di grasso che si sono formati in un punto centrale del viso. Qui la chirurgia estetica corre in aiuto con la blefaroplastica inferiore. L’obiettivo è quello di rimuovere il grasso che forma le borse ed eventualmente eliminare la pelle in eccesso, per ringiovanire lo sguardo – continua Basoccu – Il risultato definitivo si potrà apprezzare dopo circa un mese. La blefaroplastica inferiore non lascia cicatrici visibili. Ma dopo l’intervento nella zona intorno agli occhi comparirà un po’ di gonfiore e si potrà formare qualche piccolo livido. Il ghiaccio aiuterà ad eliminare questi inestetismi, che scompariranno definitivamente nel giro di due settimane”. Di solito questo tipo di intervento si fa durante l’inverno: l’esposizione al sole, infatti, è vivamente sconsigliata. A 50 anni, poi, collo e decollete mostrano i segni del tempo che passa. “Molti specialisti consigliano in questi casi la radiofrequenza, considerato che il lifting del collo non dà spesso risultati soddisfacenti. Il trattamento con radiofrequenza si effettua mediante l’uso di manipoli che passano sulla pelle. Il risultato è un effetto di stiramento e distensione cutanea”. Gli effetti non sono immediati ma graduali, arrivando a raggiungere il massimo effetto “anche dopo 2-4 mesi dal trattamento”. Infine attorno alle labbra, con il tempo che avanza, possono formarsi diversi tipi di rughe. Le rughe verticali, definite anche a ‘codice a barre’, “sono tipiche anche di chi fuma molto, o sta sempre con le labbra corrucciate. Le rughe labiali commissurali sono chiamate anche ‘rughe della marionetta’: conferiscono un aspetto triste e invecchiato e che va dai lati delle labbra, a volte fino giù al mento. Infine ci sono le rughe del sorriso, che si formano dove solitamente alcune persone hanno le fossette prodotte dal sorriso. Per questo tipo di inestetismi – dice Basoccu – vengono consigliate infiltrazioni di acido ialuronico per distendere le rughe. L’acido ialuronico che viene iniettato ha una densità maggiore rispetto a quello che solitamente viene usato su una trentenne o una quarantenne. Questo perché i tessuti di una cinquantenne sono più danneggiati, quindi c’è bisogno di maggior efficacia del prodotto. Le punturine – conclude – vanno ripetute una volta al mese per quattro mesi, a seconda della profondità delle rughe”.