Criteri di progettazione antismica: è il caso di rivederli?

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A seguito degli eventi sismici che hanno interessato il Centro Italia a partire dal 24 agosto 2016, colpendo Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, con un gran numero di morti e feriti sotto  cumuli di macerie, è tornato alla ribalta il dubbio sulla qualità o meno delle costruzioni italiane, specie sotto l’aspetto sismico. e’ IL caso, quindi, di rivedere i criteri di progettazione antismica? Le mappe di pericolosità sismica, messe a punto dall’INGV, definite su una maglia di lato pari a circa 5.5 km sul territorio italiano e espresse in termini di massima accelerazione orizzontale su suolo rigido PGAA; sono relative a una probabilità di superamento PNRC in 50 anni.

TERREMOTO 1Se 50 anni è considerato un congruo valore della vita utile di una costruzione, si tratta, pur sempre,  di un valore convenzionale. Le informazioni disponibili, infatti, diventano sempre meno affidabili, andando indietro nel tempo. Inoltre, eventi accaduti in aree non abitate, o non di interesse, non sono stati registrati e tramandati; pertanto è ovvia una mancanza di informazioni, soprattutto per gli eventi più violenti e meno frequenti. La pericolosità sismica di base, poi, dovrebbe essee integrata con studi di microzonazione sismica e sul perché non si progettano strutture in grado di sopportare i terremoti senza subire danni, viene ancora oggi, data una subdola motivazione: per motivi economici e arcihtettonici, creando bunker costosi e poco funzionali.

TERREMOTO 2Ma è davvero così? Innanzittuto, in buona parte del territorio nazionale, le massime azioni sismiche non sono tanto severe da scoraggiare o rendere addirittura impossibile la progettazione in campo elastico e, laddove ciò non fosse possibile per motivi economici, si potrebbe comunque progettare in campo elastico, limitando l’altezza defli edifici o ricorrendo a moderni sistemi antismici, come l’isolamento sismico alla base. Una soluzione intermedia potrebbe essere quella di progettare allo stato limite ultimo per l’evento con probabilità di superamento del 2% o per il massimo evento credibile, al fine di garantire la salvaguardia della vita anche per gli eventi massimi, e di assumere per lo stato limite di danno un valore dell’accelerazione sismica il più alto possibile, da fissare per le varie tipologie costruttive sulla base di considerazioni strutturali, funzionali e economiche.

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