Decreto inceneritori: l’Abruzzo chiede la revisione della legge

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«Il 22 giugno scorso il Comitato VIA regionale ha dato il via libera sulla Valutazione d’Incidenza Ambientale del nuovo “Piano di Gestione dei Rifiuti”, che si rammenta è stato conformato fin dal novembre 2014 agli indirizzi politico-programmatici dell’esecutivo regionale, ovvero “economia circolare” e assenza di impianti di incenerimento di sorta». Così in una nota il sottosegretario regionale con delega ad Ambiente ed Ecologia, Mario Mazzocca, interviene nuovamente su di un tema di ormai pressante attualità.

«Nello specifico – continua il Sottosegretario – con la delibera n° 316 del 26 giugno scorso, prontamente trasmessa al Ministero dell’Ambiente il giorno successivo, la Regione Abruzzo, ha ribadito il proprio NO alla costruzione di un impianto di incenerimento di rifiuti nel proprio territorio in base al comma 3 dell’art.6 del DPCM 10 agosto 2016», che prevede che: “Entro il 30 giugno di ogni anno, le regioni e le province autonome possono presentare al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare una richiesta di aggiornamento del fabbisogno residuo regionale di incenerimento dei rifiuti urbani e assimilati individuato nell’allegato II. La richiesta è presentata in presenza di nuova approvazione di piano regionale di gestione dei rifiuti o dei relativi adeguamenti, ai sensi dell’art. 199 del decreto legislativo n. 152 del 2006, o di variazioni documentate del fabbisogno riconducibili:

  1. all’attuazione di politiche di prevenzione della produzione dei rifiuti e di raccolta differenziata;
  2. all’esistenza di impianti di trattamento meccanico?biologico caratterizzati da una efficienza, in valori percentuali, di riciclaggio e recupero di materia, delle diverse frazioni merceologiche superiori rispetto ai valori indicati nell’allegato II;
  3. all’utilizzo di quantitativi di combustibile solido secondario (CSS) superiori a quelli individuati nell’allegato II;
  4. ad accordi interregionali volti a ottimizzare le infrastrutture di trattamento dei rifiuti urbani e assimilati”.

A supporto della richiesta di aggiornamento di cui sopra, la Regione ha inviato al Ministero una dettagliatissima relazione, contenente, tra l’altro la tavola sinottica della tabella sulle previsioni di fabbisogno di incenerimento contenute nel DPCM 10 agosto 2016 e quelle dell’approvando Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti.

Fabbisogno teorico di incenerimento: previsioni DPCM a confronto con previsioni di PianoPrevisioni DPCMPrevisioni PRGR
Produzione RU 593.080520.902
RD a recupero385.502332.494
terre da spazzamento a recuperond11.339
RAEE/rifiuti ingombranti non recuperabilind5.870
RUI residuo207.578171.199
RUI da avviare a impianti di trattamento preliminari207.578171.199
Rifiuti e combustibili da rifiuti prodotti dagli impianti preliminari FS+CSS134.926106.391
di cui:                                                                                                                rec materia da RUI016.242
CSS a rec energetico extra Regione52.40737.540
Sovvallo a rec energetico extra Regione20.000
Sovvallo a discarica 82.51932.610
Scarti RD 38.55025.050
Fabbisogno teorico incenerimento (scarti RD + sovvallo)121.06957.660

«Il complessivo fabbisogno teorico di incenerimento stimato risulta quindi pari a 57mila tonnellate annue, oltre il 50% in meno rispetto alle stime del DPCM (121mila t/a). Tali quantitativi non giustificano la costruzione di un impianto di incenerimento dedicato in regione Abruzzo». Ha commentato il Sottosegretario alla Presidenza della Giunta Regionale Mario Mazzocca, che ha aggiunto: «le previsioni del nostro Piano sono confermate dai dati relativi al biennio 2015-2016 che mostrano un sensibile incremento della Raccolta Differenziata pari al 6,2% circa, un maggiore utilizzo dell’impiantistica regionale e la sostanziale stabilità del dato del materiale avviato al recupero energetico. Infine, è stato comunicato al Ministero che la Regione Abruzzo ha già predisposto l’Accordo di Programma con la Regione Molise per condividere, attraverso uno specifico Accordo di Programma interregionale, un percorso di collaborazione – in parte già in atto – volto a ottimizzare le infrastrutture di trattamento dei rifiuti urbani e assimilati esistenti ed operanti sui due territori».

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