“Il clima è ormai monsonico ed i cambiamenti climatici si sono strutturati: periodi di grave insufficienza idrica sono intervallati da temporali disastrosi per violenza e perché si abbattono su terreni ormai aridi con ridotta possibilità di assorbimento. E’ urgente incrementare la capacità di resilienza del territorio, che va infrastrutturato per rispondere alle nuove condizioni meteo, ad iniziare dall’accelerazione della reale disponibilità di tutte le risorse stanziate per il potenziamento del sistema irriguo e dall’urgente varo di un Piano Nazionale degli Invasi per poter trattenere le acque di pioggia, creando utili riserve e limitando il rischio idrogeologico per le comunità; attualmente riusciamo a preservarne solo l’11%.”
A rilanciare la richiesta è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), di fronte ad un quadro idrico, che non è sostanzialmente cambiato, aggravato però da fenomeni temporaleschi, che hanno flagellato zone della campagna veneta, creando ingenti danni alle colture ed episodi di dissesto del territorio anche in Lombardia e Trentino Alto Adige.
Nonostante le piogge, i livelli dei grandi laghi del Nord, dai quali attinge il bacino padano, continuano a scendere: la situazione più preoccupante è quella del lago di Garda, che contiene solo il 44% della sua capacità, mentre sono in picchiata anche i livelli dei laghi d’Iseo e di Como; pure il lago Maggiore è sceso sotta la media stagionale. Notevole apprensione deriva anche da un generalizzato abbassamento delle falde, affiancato dalla pressochè totale assenza di riserve nevose in montagna.
“La carenza idrica – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – obbliga a scelte nell’utilizzo della risorsa non scevre da conseguenze soprattutto sull’economia agricola: se in Piemonte, il forte calo nelle precipitazioni ha costretto a privilegiare l’allagamento delle risaie all’irrigazione del mais, in Sardegna, dove a rischio è il futuro non solo dei raccolti ma anche della pastorizia, sono le presenze turistiche a condizionare fortemente la disponibilità d’acqua.”