Dal primo giugno al 30 settembre in molti Comuni italiani sarà vietato portare piante e fiori freschi al cimitero a causa delle ordinanze adottate da diversi sindaci. A renderlo noto è la Coldiretti nel sottolineare che dal Comune di Supersano in provincia di Lecce fino in Campania nei comuni di Giugliano (Napoli), Ercolano (Napoli), Sarno (Salerno), Casagiove (Caserta), Capodrise (Caserta) ed in molti altri sono state pubblicate sui siti istituzionali e affissi all’ingresso dei cimiteri comunali i diktat che sanciscono il divieto di porre fiori e/o piante freschi sulle lapidi del cimitero comunale per i prossimi quattro mesi. Diventano dunque kitsch per legge le tombe dei nostri cari, con un tripudio di fiori finti e cineserie nei decori, mentre rose e girasoli, e persino i cipressi – pianta simbolo di ogni campo santo – vanno al bando fino a fine settembre.
“Una assurda restrizione” che negli intenti dovrebbe tutelare l’incolumità pubblica, a causa del fatto che le elevate temperature estive causano una rapida decomposizione dei fiori con odori maleodoranti e la proliferazione di insetti, ma che “finisce per penalizzare – sottolinea la Coldiretti – il piu’ naturale degli omaggi ai propri defunti a favorisce alternative certamente meno sostenibili dal punto di vista ambientale come i fiori di plastica. E’ paradossale che le ordinanze dei sindaci mettano il dito sull’inquinamento provocato da un fiore che appassisce, mentre in molte delle nostre citta’ sono sempre piu’ frequenti le piccole discariche a cielo aperto provocate dai rifiuti che strabordano dai cassonetti. Mini discariche urbane – continua Coldiretti – nelle quali proliferano i topi, litigano le cornacchie e i gabbiani e addirittura razzolano i cinghiali”. Il divieto è scattato alla fine del mese di maggio, il piu’ ricco di fiori dell’anno e non fara’ certo bene al nostro Paese, che si colloca tra i leader nella produzione di piante e fiori in Europa. Un settore che “vale oltre 2,4 miliardi di euro – stima Coldiretti – con circa centomila addetti e un saldo attivo tra export ed import di oltre 180 milioni di euro. Arriva dunque un danno all’economia e al rituale omaggio ai defunti, che nella sua assurdita’, – conclude la Coldiretti – sembra determinato piu’ dagli effetti dei colpi di calore che della ragione”.