Crescono in Italia i ‘comuni rinnovabili‘, passando da 356 (2005) a 7.978 (2016): oggi, in tutti i municipi italiani, è installato almeno un impianto. Su 7.978 comuni, 3.021 producono più energia elettrica di quanta ne consumano le famiglie residenti, grazie a una o più fonti rinnovabili. Salgono invece a 40 i Comuni 100% rinnovabili, dove le energie pulite soddisfano tutti i consumi elettrici e termici riducendo le bollette di cittadini e imprese. Sono 7.978 i comuni del solare, 904 i comuni dell’eolico, 1.489 quelli del mini idroelettrico, 590 quelli della geotermia, i 4.114 i comuni della bioenergia. È quanto emerge dal Rapporto Comuni Rinnovabili 2017 di Legambiente, realizzato con il contributo di Enel Green Power e in collaborazione con Gse e presentato oggi a Roma. Un dossier che racconta il cambiamento in atto sul territorio, ben rappresentato da alcune eccellenze, quelle premiate oggi da Legambiente, in particolare il comune di Cavalese, in provincia di Trento, che si guadagna quest’anno il riconoscimento ”Comune 100% rinnovabile”. Premiati anche il comune di Castellamare di Stabia (premio “Buona pratica”) e le tre aziende Società Agricola Arte, Birrificio artigianale Lesster, Nuova Sarda Industria Casearia (vincitrici del premio rinnovabili e cibo di qualità unito all’innovazione in campo energetico). Tornando ai dati del dossier, i comuni del solare sono passati 7.978, mentre sono 6.819 quelli che hanno almeno un impianto solare termico. Tra i comuni, il miglior risultato in termini di potenza installata su tetti e in relazione al numero di abitanti, è del comune di Macra, con una media di 165 MW/1.000 abitanti, seguito da Fascia (con una media di 76 MW/1.000 abitanti e 81 MW complessivi) e Monterone (63 MW ogni 1.000 abitanti). In tutti e tre i casi si superano ampiamente i fabbisogni elettrici delle famiglie residenti. In crescita anche i comuni dell’eolico che arrivano a quota a 904, di questi 293 si possono considerare autonomi dal punto di vista elettrico proprio grazie all’eolico. La potenza installata è in crescita, pari a 9.257 MW, con 282 MW in più rispetto al 2015. Questi impianti, secondo i dati di Terna, hanno permesso di produrre 17,5 TWh di energia, pari al fabbisogno elettrico di oltre 6,5 milioni di famiglie. I comuni del mini idroelettrico sono 1.489. Il Rapporto prende in considerazione gli impianti fino a 3 MW e la potenza totale installata per questa dimensione nei Comuni italiani è di 1.568 MW, in grado di produrre ogni anno oltre 6,2 TWh, pari al fabbisogno di energia elettrica di 2,3 milioni di famiglie. Crescono anche i municipi delle bioenergie che arrivano a 4.114 per una potenza installata complessiva di 5.490 MW elettrici, 1.534 MW termici e 415 kW frigoriferi. Sono 590 i comuni della geotermia per una potenza totale di 993 MW elettrici, 228,5 MW termici e 5,4 MW frigoriferi. Infine i comuni della bioenergia sono 4114 per una potenza installata complessiva di 5.490 MW elettrici, 1.534 MW termici e 415 kW frigoriferi. Per quanto riguarda nello specifico i premi assegnati, il comune di Cavalese, poco più di 4mila abitanti, ha già intrapreso da anni la strada dell’autosufficienza energetica. Oggi conta 102 impianti solari fotovoltaici per complessivi 1,1 MW di potenza installata su tetti e coperture che contribuiscono al raggiungimento del risultato di autosufficienza energetica. A questi si aggiunge un impianto mini idroelettrico da 706 kW, un impianto a biogas da 1 MW e uno a biomassa in cogenerazione da 1 MW elettrico e 23,5 MW termici connesso alla nuova centrale di teleriscaldamento. Il Comune è proprietario della rete elettrica. Grazie ai fondi Fesr, l’amministrazione di Castellamare di Stabia (premio “Buona Pratica”) ha finanziato un’opera di efficientamento dell’Istituto Comprensivo ”Luigi Denza” realizzando un impianto solare fotovoltaico da 9 kW, un impianto solare termico da 50 mq, e migliorando le prestazioni energetiche e di sicurezza dell’involucro edilizio. Risultato: il Comune risparmia tra i 15 e i 20mila euro l’anno. Ora si punta a replicare l’esperienza su altri quattro edifici scolastici comunali. La Società Agricola Arte (premio ”Rinnovabili e cibo di qualità”) nel tavoliere delle Puglie tra Manfredonia e Cerignola, da giugno 2015 produce e commercializza prodotti biologici certificati. Qui, la produzione di energia elettrica supera abbondantemente i fabbisogni elettrici aziendali, il 90% dell’energia elettrica prodotta viene infatti immessa in rete. Stesso premio al Birrificio artigianale Lesster, a Lugo di Grezzana, che da marzo 2017 ha scelto una fornitura di energia garantita 100% rinnovabile, e a Nuova Sarda Industria Casearia che nel 2010 ha installato un impianto fotovoltaico che ha reso quasi autosufficiente lo stabilimento sul fronte dei consumi di energia elettrica, e nel 2015 un impianto termodinamico. Il dossier di Legambiente fotografa anche la situazione generale del nostro Paese: continua a crescere in Italia la generazione distribuita da energie pulite insieme all’innovazione energetica, accompagnata da un nuovo modo di essere cittadini prosumer (produttori-consumatori di energia) e dalla diffusione delle comunità dell’energia. Nel 2016, anche se con ritmi molto inferiori rispetto al passato, sono stati installati 396 MW di fotovoltaico, 282 MW di eolico, 140 di geotermico, 513 di geotermia e 346 di mini idroelettrico. Le fonti rinnovabili hanno contributo a soddisfare il 34,3% dei consumi elettrici complessivi. Un dato in diminuzione per il secondo anno dopo 10 anni di crescita (nel 2006 era del 15%), per via del calo avvenuto nella produzione idroelettrica (-8,9%) con 42,3 TWh contro i 59,5 del 2014 quando si era toccato un picco per l’inverno particolarmente piovoso. Ciò dimostra quanto siano rilevanti i cambiamenti climatici anche nella partita della produzione elettrica. È però significativo che in dieci anni la produzione da energie pulite sia passata da 51,9 a 106 TWh. L’Italia rimane comunque dei Paesi di punta nel mondo come installazioni: in dieci anni nella Penisola gli impianti da fonti rinnovabili sono passati da qualche centinaio a oltre un milione tra elettrici e termici. È cresciuto il contributo apportato dalle nuovi fonti rinnovabili (biomassa, fotovoltaico, eolico, geotermia, mini idroelettrico) alla produzione elettrica dal 2,6% (2006) al 22,7% (2016) rispetto ai consumi complessivi. Cresce il solare, anche senza incentivi: negli ultimi due anni sono stati realizzati 180mila impianti solari fotovoltaici, pari al 25% di tutti quelli installati in Italia, per un totale di 1.310 MW installati. I vantaggi: si è ridotta la produzione da impianti termoelettrici, diminuite le importazioni dall’estero di fonti fossili. ”Il dossier Comuni Rinnovabili – spiega Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – mostra i successi dei territori che credono e scommettono nelle rinnovabili. Ora è il momento di accelerare, non accontentandosi di questi risultati”. Per questo Legambiente avanza delle proposte per fare ancora meglio: stabilire regole semplici e trasparenti per l’approvazione di progetti, perché l’incertezza delle procedure è ancora oggi una delle principali barriere in Italia alla diffusione degli impianti da fonti rinnovabili, sia di piccola che di grande dimensione; definire nuove politiche per la spinta alle rinnovabili; avviare revamping degli impianti eolici e idroelettrici; sbloccare l’eolico offshore; eliminare i sussidi alle fonti fossili; investire nelle reti energetiche e nell’accumulo; rendere i comuni protagonisti nella spinta all’innovazione energetica. ”I risultati di questo studio evidenziano come continua in tutto il mondo la crescita delle rinnovabili, un processo che va avanti anche in Italia – afferma Antonio Cammisecra, responsabile di Enel Green Power, la divisione Global Renewable Energies di Enel – Se guardiamo al territorio emerge poi come siano tanti i comuni e le imprese che sono dentro modelli innovativi. Il futuro sempre più imminente sta nello sviluppo di generazione rinnovabile integrata con reti intelligenti e sistemi di accumulo”.