Farmaci: anti-diabete salvacuore sarà studiato nella malattia renale cronica

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Empagliflozin, l’anti-diabete salvacuore, sarà studiato anche nella malattia renale cronica. La tedesca Boehringer Ingelheim e l’americana Eli Lilly and Company annunciano l’avvio di un nuovo e ampio trial clinico sul primo farmaco per il diabete di tipo 2 che riporta in scheda tecnica in diversi Paesi del mondo la riduzione del rischio di mortalità cardiovascolare. Per lo studio è previsto l’arruolamento di circa 5 mila pazienti con malattia renale cronica, con e senza diabete 2. “I nostri programmi per questo nuovo studio sono un ulteriore esempio del nostro continuo impegno per migliorare la Salute delle persone, soprattutto in aree terapeutiche dove esistono bisogni clinici insoddisfatti. Non vediamo l’ora di esplorare il potenziale che empagliflozin può offrire ai soggetti con malattia renale cronica“, dichiara Hans-Juergen Woerle, vice presidente mondiale Medicina di Boehringer. “Insieme a Boehringer Ingelheim attendiamo che parta questo nuovo studio, basato sui risultati cardiovascolari e renali ottenuti nello studio Empa-Reg Outcome*, per raccogliere evidenze a sostegno della possibile nuova indicazione di empagliflozin per chi soffre di malattia renale cronica“, afferma Jeff Emmick, vice presidente Sviluppo di prodotto di Lilly Diabetologia. “Oltre il 10% della popolazione mondiale è affetta da malattia renale cronica, la cui prevalenza e gravità influenzano fortemente la prognosi e la qualità di vita dei pazienti – sottolinea Christoph Wanner, primario della Divisione di Nefrologia e Ipertensione dell’ospedale universitario di Wuerzburg, in Germania – C’è una necessità impellente di nuove terapie che possano contribuire a rispondere a questo importante bisogno clinico“. Empagliflozin – ricordano Boehringer e Lilly – “è un inibitore del co-trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2) orale, altamente selettivo, in monosomministrazione giornaliera, approvato in Europa, Stati Uniti e altri Paesi del mondo per il trattamento di adulti con diabete di tipo 2. Nello studio Empa-Reg Outcome il farmaco ha dimostrato di ridurre il rischio di mortalità cardiovascolare del 38% rispetto a placebo in soggetti con diabete di tipo 2 e malattia cardiovascolare accertata, quando aggiunto allo standard terapeutico (farmaci ipoglicemizzanti e farmaci per la protezione cardiovascolare). Nello stesso studio, empagliflozin ha anche dimostrato, per uno degli endpoint secondari, di ridurre il rischio relativo di nuova insorgenza o peggioramento di malattia renale del 39% rispetto a placebo. Sulla base di questi risultati Boehringer Ingelheim ed Eli Lilly, nell’ambito della loro alleanza sul fronte diabete, hanno deciso di valutare in uno studio il potenziale di empagliflozin in persone con malattia renale cronica. Questo studio, insieme ad altri in corso di tipo meccanicistico – conclude la nota – consentiranno di esplorare ulteriormente i meccanismi potenziali, compresi quelli di riduzione della pressione glomerulare, attraverso i quali empagliflozin potrebbe cambiare gli esiti renali nella malattia renale cronica“.

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