“La competizione tra le aziende nella quarta rivoluzione industriale sara’ proprio sull’economia circolare. Arrivarci per primi vuol dire avere un’economia piu’ competitiva a livello globale”. L’ha detto il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, arrivando a un appuntamento dedicato proprio al tema dell’economia circolare, promosso da Hera a Bologna. Una cosa, questa, che per il ministro riguarda anche gli Usa. Perche’ non e’ vero che gli Stati non hanno compreso l’importanza di un’economia sostenibile dal punto di vista ambientale “Non l’ha compreso il Governo degli Stati Uniti – ha detto il ministro prima di salire sul palco per essere intervistato dall’ex direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli – Non l’ha compreso Trump. Le grandi aziende americane sono in prima linea sull’economia circolare. Io credo che questo fara’ la differenza. Questo sara’ importante per far si’ che anche gli Usa siano performanti per gli obiettivi di Parigi”.
“Qui parleremo di economia circolare che e’ uno dei punti cardine dell’accordo di Parigi perche’ attraverso l’economia circolare si compie quel connubio tra economia e ambiente che e’ indispensabile per poter portare avanti le politiche ambientali. Oggi fare economia circolare conviene alle imprese oltre che all’ambiente“: e’ il pensiero del ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, che ha partecipato in mattinata a Bologna al convegno promosso da Hera dal titolo: “Creativita’ e innovazione: la via italiana verso un’economia circolare“. Secondo il ministro l’economia circolare significa “consumare meno materie prime, avere processi produttivi piu’ performanti, produrre meno rifiuti“.
Quindi “e’ chiaro che la competizione tra le aziende sara’ proprio sull’economia circolare nella quarta rivoluzione industriale. Arrivarci per primi – ha spiegato il ministro – vuol dire avere un’economia piu’ competitiva a livello globale”. Questo, dopo l’annuncio del presidente Usa del ritiro dall’accordo di Parigi sul clima “non l’ha compreso il governo degli Stati Uniti. Non l’ha compreso Trump. Le grandi aziende americane sono in prima linea sull’economia circolare. Io credo che questo fara’ la differenza. Questo – ha continuato Galletti – sara’ importante per far si’ che anche gli Usa siano performanti per gli obiettivi di Parigi“. Per quanto riguarda il G7 Ambiente, in programma a Bologna l’11 e il 12 giugno prossimo, sara’ un appuntamento “importante perche’ sara’ la prima volta che gli Stati Uniti dovranno chiarire esattamente qual e’ la loro posizione. Loro dicono: ‘ridiscutiamo gli accordi di Parigi’. Chiaramente – ha sottolineato il ministro – quella non e’ una via percorribile per noi pero’ potremo capire fino a che punto sono invece disponibili ad andare avanti con politiche compatibili con Parigi“. Per quanto riguarda un’intesa tra Ue e la Cina “l’accordo esiste gia’ nei fatti – ha concluso il ministro – perche’ sono entrambi sottoscrittori dell’accordo di Parigi ed entrambi hanno gia’ dichiarato che continueranno sulla strada intrapresa a Parigi, anzi con maggior convinzione ancora”.