La corsa allo spazio della Cina procede a ritmo spedito.
I funzionari cinesi, durante la Global Space Exploration Conference (GLEX 2017) svoltasi a Pechino in questa settimana, hanno dichiarato di voler aumentare il numero di missioni umane e assumere nuovi astronauti, mentre continua la costruzione della prima vera stazione spaziale permanente.
Nel corso dei prossimi cinque anni – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – la Cina ha in programma quattro missioni umane, di cui due nel 2020.
Proprio quest’anno avrà luogo la selezione del nuovo equipaggio – tra i 10 e i 12 astronauti, di cui due donne – e il lancio della sonda Chang’e-5 (previsto per novembre), destinata alla raccolta di campioni lunari, di cui la Cina ha reso noto il punto di allunaggio.
La sonda sbarcherà nella regione di Mons Rumker, nel quadrante nord-occidentale della fascia visibile della Luna. Si tratta del secondo lander lunare della Cina e potrebbe essere il primo manufatto umano a riportare sulla Terra campioni di suolo lunare, a quarant’anni di distanza dall’ultima missione sovietica.
La tabella di marcia di Pechino, per quanto riguarda il piano spaziale nazionale, procede dunque serrata. E quando anche Chang’e-5 sarà in volo, comincerà la preparazione del lancio di Chang’e-4, successore previsto di Chang’e-3, ma la cui partenza è stata rimandata. Seguirà il destino delle sue ‘colleghe’ nel 2018, raggiungendo il lato più lontano e misterioso della Luna.