Mentre il caldo continua ad interessare la Spagna, il sud della Francia e l’Italia, dove ormai da giorni si registrano temperature davvero insolitamente elevate per il periodo, nel cuore del Sahara algerino insiste una latente circolazione depressionaria in quota che continua ad apportare delle piogge sparse e persino dei temporali in pieno deserto. Si tratta di una configurazione sinottica persistente e piuttosto anomala per il periodo visto che tale depressione in quota, identificabile come una “Upper Level Low”, rimane stazionaria da giorni, quasi come incastrata lungo il bordo meridionale dell’ampio promontorio anticiclonico sub-tropicale dinamico che si erge fino al Mediterraneo centro-occidentale, raggiungendo pure l’Italia. Le precipitazioni in atto nel cuore del Sahara algerino stanno interessando aree, a nord dei monti dell’Ahaggar, dove solitamente è molto raro, se non quasi impossibile, vedere delle gocce di piogge in piena estate, quando normalmente dovrebbe stazionare la cintura anticiclonica collegata alla “Cella di Hadley”.
E la cosa ancora più sorprendente riguarda il fatto che questa circolazione depressionaria, stazionaria fra l’altopiano di Tademait e il nord dell’Ahaggar, in questi ultimi giorni pare che abbia innaffiato per bene diverse località del Sahara algerino, a suon di piogge e temporali sparsi, anche di una certa estensione. Nei giorni scorsi dei temporali, seppur in forma isolata, hanno interessato pure la famosa oasi di In Salah, la quale generalmente nel semestre estivo non dovrebbe vedere neppure una goccia di pioggia. Da una prima indagine delle mappe del campo del vento e dei geopotenziali a 500 hpa si evidenzia la presenza di questa circolazione depressionaria, la quale al proprio interno presenta pure una serie di modeste “anomalie positive della tropopausa dinamica” che gli ruotano attorno. Tali “anomalie della tropopausa dinamica” stanno contribuendo a supportare, soprattutto durante le ore serali e notturne, l’instabilità convettiva tra fra l’altopiano di Tademait e i monti dell’Ahaggar, l’area dove nei giorni scorsi si sono concentrate le precipitazioni più intense.
Difatti l’attività temporalesca sparsa che in questi giorni abbiamo potuto osservare nel cuore del Sahara algerino è da imputare proprio da queste anomalie in quota e dagli elevati valori di vorticità positiva, i quali interagendo con lo strato di aria sottostante particolarmente “rovente”, di origine sub-tropicale continentale, innescano intensi moti convettivi, con lo sviluppo di grossi cumulonembi, alti fino a oltre 9-10 km. Inoltre non è un caso se buona parte di questi temporali si sviluppano proprio a ridosso dei rilievi. I moti convettivi vengono esaltati anche dal “forcing” orografico esercitato dall’importante massiccio montuoso dell’Ahaggar, ed in misura minore pure dal l’altopiano di Tademait, alle correnti sud-occidentali, che attualmente prevalgono in quota. Questi temporali, seppur disorganizzati e piuttosto isolati, durante la fase di nascita e formazione sono alimentati da forti “updrafts”, visto il potenziale termico presente nei bassi strati (aria molto calda d’origine sub-tropicale continentale) che fanno esplodere verso l’alto i cumulonembi, facendogli raggiungere delle altezze considerevoli, ben oltre i 10-12 km.
A queste quote le incudini dei cumulonembi vengono spazzate dai violentissimi venti del “getto sub-tropicale” (di solito provengono da Ovest o SO) e si portando a notevole distanza dalla base dei cumulonembi, divergendo verso est, assumendo il tipico asse obliquo, ben identificabile dalle moviole satellitari, causando anche una importante perdita di aria (dalla sommità) sospinta dal “getto“ stesso. In questi casi, per la perdita di molta aria pilotata dai bassi strati dai moti ascensionali all’interno del temporale, la “cellula temporalesca” è costretta a richiamare altra aria calda dall’ambiente circostante, intensificando notevolmente il temporale che può divenire veramente forte, apportando precipitazioni molto forti accompagnate da impetuose raffiche di vento prodotte dai “downbursts” (forti correnti discendenti che raggiungono il suolo e tendono a divergere orizzontalmente in più direzioni).
Dando uno guardo all’andamento del ramo principale del “getto sub-tropicale” che scorre sopra il Sahara occidentale si può ben notare come quest’ultimo riesca a bordare la suddetta “Upper Level Low” nel suo lato più meridionale, imprimendogli una significativa vorticità positiva in quota che continua ad alimentare tale struttura depressionaria in pieno Sahara. Ciò spiega la stazionarietà e la persistenza di questa piccola e modesta circolazione depressionaria in quota sopra un ambiente così ostile come quello sahariano.
Anche nei prossimi giorni, pur riassorbendosi quasi totalmente, le “anomalie della tropopausa dinamica” ereditata dal dissolvimento dell’”Upper Level Low” continueranno ad alimentare l’attività convettiva in pieno Sahara, favorendo lo sviluppo di nuovi isolati temporali, stavolta maggiormente probabili nell’area a nord dell’Ahaggar e ad est dell’altopiano di Tademait.