Appare come un piccolo puntino blu sull’estesa superficie rocciosa e sabbiosa di Marte. In realtà è lungo quasi 3 metri e il suo colore non è così bluastro come sembra.
Stiamo parlando – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – di Curiosity, il rover della NASA finito nel mirino del Mars Reconnaissance Orbiter (MRO), anch’esso dell’agenzia spaziale americana.
E’ stato lo strumento HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment), a bordo della sonda MRO, a realizzare il ‘ritratto’ lo scorso 5 giugno 2017, mentre Curiosity continuava a ispezionare il Monte Sharp, una montagna di cinque chilometri situata nel Cratere di Gale. Il punto preciso in cui è stato immortalato il rover, è stato etichettato 1717.
In questo periodo, l’operoso rover della NASA – che dall’agosto 2012 è impegnato nell’andare ‘a caccia’ degli ambienti umidi marziani – continua ad esplorare la parte bassa del Monte Sharp alla ricerca di dune di sabbia attive per poi analizzare anche la zona denominata Vera Rubin Ridge. Quest’ultima è una meta che il team di Curiosity intende esaminare per via della presenza di ematite, un minerale ricco di ossido di ferro che fornisce indizi sulle antiche condizioni ambientali di Marte al momento della sua formazione.
Grazie a MRO, lanciata da Cape Canaveral il 12 agosto 2005, il ‘ritratto’ di Marte si arricchisce di nuovi dettagli climatici e geologici di fondamentale importanza, anche in previsione di futuri sviluppi nell’esplorazione del pianeta.