Passi in avanti nella lunga attività di dismissione e messa in sicurezza dell’Itrec di Rotondella, in provincia di Matera, dove ha operato dagli anni ’60 al 1987 l’impianto nucleare di trattamento e di rifabbricazione di elementi di combustione, situato nel Centro di ricerche Enea-Trisaia. La tabella di marcia è stata presentata in una riunione del Tavolo della trasparenza, riunito oggi presso la Regione Basilicata dal presidente Marcello Pittella, alla presenza dei rappresentanti del territorio, di Arpab ed Ispra. Per Sogin, il ‘decommissioning’ (il complesso delle operazioni di decontaminazione, smontaggio e rimozione delle strutture e delle componenti di un impianto nucleare al termine del proprio ciclo produttivo) terminerà fra il 2028 ed il 2032 con il raggiungimento del ”brown field” (uno stato in cui tutte le strutture sono smantellate e i rifiuti radioattivi sono condizionati e stoccati nei depositi temporanei del sito, pronti per essere trasferiti al deposito nazionale, previsto dalla legge). Con la disponibilità del deposito nazionale i rifiuti radioattivi verranno allontanati e il sito verrà riportato allo stato di ”green field”, una condizione priva di vincoli radiologici che consentirà il suo riutilizzo. Per quanto riguarda i valori anomali riscontrati nelle acque di falda superficiale soggiacente il sito, è in corso il piano di caratterizzazione per poter poi redigere l’analisi di rischio. Sogin, in ogni caso, ha ribadito che ”l’origine della contaminazione è esterna al sito Itrec di Rotondella”. I principali progetti in corso riguardano la sistemazione a secco del combustibile Elk-River (materiale radioattivo proveniente dagli Stati Uniti), la bonifica della fossa 7.1, la realizzazione dell’impianto di cementazione del ”prodotto finito” con l’annesso deposito temporaneo, la bonifica nell’ambito del progetto ”Siris” di un locale per la sistemazione e il trattamento dei rifiuti radioattivi solidi pregressi. Il presidente Pittella ha preso atto ”del buon lavoro che Sogin sta svolgendo, grazie anche alla convenzione sottoscritta con Regione Basilicata e Arpab” ed ha ringraziato anche l’Ispra ”per il percorso di proficua collaborazione, inaugurato grazie all’intesa raggiunta con il Ministro all’Ambiente, Gian Luca Galletti, che sta dando risultati positivi non soltanto sul Cova (Centro Oli) di Viggiano ma anche nello studio e nel monitoraggio di altre situazioni di particolare interesse e delicatezza per il nostro territorio”.