In località Porto Badisco, nel territorio del comune di Otranto, in provincia di Lecce, si trova la spettacolare Grotta dei Cervi, luogo di culto, santuario, per le popolazioni del Neolitico. Collocata tra infinite distese di oliveti e terreno arido, definita “Santuario della Preistoria”, la cavità è uno dei siti maggiormente conosciuti d’Europa. Un po di storia. Era il 1 febbraio 1970 quando avvenna la sua scoperta, ad opera di 5 speleologi fel gruppo “Pasquale de Laurentis” di Maglie, appassionati di trekking e natura. Si trattò di una scoperta casuale. L’ingresso li condusse, in pochi minuti, in un antro incantato, fregiato di stupefacenti pittogrammi… disegni in apparenza rudimentali, ma estremamente concreti e significativi, ottenuti con il guano di pipistretto e ocre rossa come inchiostro. Sono quasi 3000 i pittogrammi risalenti al Neolitico, illustranti scene di caccia specie di cervi, riti danzanti, simboli magici, geometrie astratte ancora indecifrati. La Grotta, battezzata inizialmente come Grotta di Enea poiché secondo un’antica leggenda, avente per protagonista l’eroe, egli, in fuga da Troia, sarebbe scarbato proprio nell’insenatura della spettacolare cavità in cui si diramano tre corridoi, lunghi 200 metri circa. Si può accedere tramite due ingressi: uno, occidentale, che permette l’accesso solo al primo corridoio; l’altro, orientale, consente di raggiungere tutti e tre i corridoi. Al suo interno sono stati ritrovati ossa di bue primigenio e di cervo, frammenti di costole, denti di canidi, lische di pesce. Data la temperatura intorno ai 18% e al tasso d’umidità del 100%, la grotta è visitabile solo virtualmente per non alterare la conservazione delle pitture, portando al rapido degrado dei disegni.