“Avete ucciso mio figlio, avete ucciso mio figlio”. Urlando queste parole Alessio e Maria Feniello, genitori di Stefano, una delle 29 vittime del disastro dell’Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara), ieri sera sono saliti sul palco allestito sul Ponte Flaiano, esponendo un cartello con la scritta “Avete ammazzato mio figlio Stefano +28” e ritardando la cerimonia di inaugurazione dell’opera. Alessio Feniello ha accusato il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, per la morte del figlio. “Gli ho chiesto risposte e lui se ne e’ andato facendomi un sorriso – ha strillato il padre di Stefano Feniello -. Gli ho detto che io, per colpa sua, non sorrido piu’ e che si deve soltanto vergognare“.
Il padre del ragazzo morto a Rigopiano ha accusato la Regione per la mancata realizzazione della Carta di Localizzazione dei Pericoli da valanga, una questione che e’ anche al centro di una denuncia presentata dai legali del sindaco di Farindola. “Come si fa a spendere 13 milioni per un ponte e a non spendere mille euro per salvare 29 persone – ha urlato Alessio Feniello –. E’ questa la domanda che ho fatto a quel signore, ma lui non mi ha risposto“. L’uomo è stato poi allontanato dalle forze dell’ordine, che hanno cercato di portarlo via nel modo più civile e pacifico, tra i tentativi altrettanto contenuti di Feniello di restare sul palco. “A voi hanno ammazzato un figlio? – ha continuato a ripetere il genitore agli agenti -. Non mi dovete toccare, non vi dovete permettere“. Una donna si e’ avvicinata solidarizzando con Feniello e rivolgendosi alle forze dell’ordine ha detto: “Lo dovete lasciare stare, ha perso un figlio, non merita di essere trattato cosi’“.