Si attesta a livelli più contenuti rispetto agli altri paesi europei la prevalenza dell’obesità nella popolazione adulta in Italia che, dopo un incremento tra il 1994 e il 2005, nell’ultimo decennio è tendenzialmente stabile. Rimangono tuttavia le differenze territoriali che penalizzano il sud del Paese: l’eccesso di peso nel Mezzogiorno arriva al 49,2%, al Nord raggiunge una prevalenza del 42,1%, nel centro è pari al 45,1%. Preoccupa la diffusione dell’eccesso di peso tra bambini e adolescenti che è tra i livelli più alti in Europa, anche per le ricadute sulla salute pubblica nei prossimi decenni. Non si attenuano inoltre le disuguaglianze sociali a scapito delle persone socialmente più svantaggiate: l’obesità è in crescita soprattutto tra le fasce meno abbienti e nei paesi poveri. E’ quanto emerge dal nuovo ‘Rapporto sull’obesità in Italia. Obesità e sonno: dalla patogenesi alla terapia‘, curato dagli specialisti dell’Istituto Auxologico italiano e i ricercatori Istat. Gli esperti, oltre a tracciare una quadro esplicativo della situazione dell’obesità in Italia, si sono anche chiesti se i chili di troppo potessero condizionare il sonno: “Una nuova disciplina, come la medicina del sonno – spiegano gli specialisti – sia sul versante della ricerca che della cura, evidenzia come i due aspetti, nutrizione e sonno, siano strettamente connessi nel garantire la sopravvivenza e l’equilibrio del nostro organismo“. “Lo studio dei disturbi respiratori legati al sonno ha aperto nuove prospettive per meglio comprendere la fisiopatologia e la clinica di molte complicanze respiratorie, metaboliche e cardiovascolari del paziente obeso – spiega Gianfranco Parati, presidente Società italiana ipertensione arteriosa; professore ordinario di medicina cardiovascolare Università di Milano-Bicocca e direttore Uo di Cardiologia dell’Auxologico di Milano – La consapevolezza di queste possibilità ha portato l’Istituto auxologico italiano a promuovere precocemente la nascita di Centri di medicina del sonno sia nel cuore della sua sede di Piancavallo, l’ospedale San Giuseppe, sia all’interno del Dipartimento di cardiologia dell’ospedale San Luca di Milano, affrontando gli aspetti scientifici e quelli clinici del complesso rapporto tra alterazioni del sonno, sovrappeso, obesità e relativi problemi respiratori e le patologie metaboliche, cardiovascolari e neurologiche“. Da qui – sottolineano gli esperti – l’importanza di mantenere il peso corporeo e tutto ciò che ne consegue nei limiti salutari, dato che gli individui normopeso soffrono meno di disturbi del sonno. Mentre, viceversa, l’obesità ne riduce la durata e la qualità. E tali disturbi possono generare un circolo vizioso favorendo il mantenimento di un elevato peso o il suo ulteriore incremento. “Se da un lato le alterazioni del sonno sono in grado di influenzare molti dei meccanismi alla base dell’obesità, dall’altro un eccessivo peso corporeo altera significativamente la quantità e la qualità del sonno e questi disturbi complicano il decorso clinico dell’obesità e ne ostacolano le cure e la riabilitazione – precisa Alberto Zanchetti, direttore scientifico dell’Auxologico – Il Rapporto esplora ampiamente questo circolo vizioso tra obesità e disturbi del sonno, ne discute i meccanismi patogenetici e ne descrive le scelte terapeutiche, fornendo particolari riferimenti anche alle differenze di genere e alle peculiarità del problema nelle diverse epoche della vita“. “In particolare, sono trattati i complessi rapporti tra obesità, sindrome metabolica, disturbi respiratori notturni, regolazione neuroendocrina, disturbi alimentari e sonno. Spazio rilevante è dato anche alla relazione tra sonno, obesità e complicanze cardiovascolari o neurologiche, nonché agli effetti che il trattamento dei disturbi del sonno può esercitare sull’obesità e, reciprocamente – conclude Zanchetti – all’impatto che il trattamento dell’obesità può avere sulle alterazioni del sonno“.