Sanità: l’aumento dei costi per l’assistenza non mostra segnali di rallentamento

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Secondo l’indagine Global Medical Trends (GMT) sulle coperture sanitarie pubblicata da Willis Towers Watson, il costo delle prestazioni sanitarie offerte dalle aziende è in continuo aumento in tutto il mondo e non mostra segnali di riduzione. Per giustificare questi aumenti, le compagnie di assicurazione continuano a dare la colpa principalmente al costo dei servizi sanitari ospedalieri, ai servizi ambulatoriali, alla tecnologia medica avanzata e all’eccessivo uso di prescrizioni per questo tipo di prestazioni.

Dall’indagine GMT relativa all’anno 2017 è emerso che le coperture sanitarie registrano, a livello globale, un aumento dei costi del 7,8%, in crescita rispetto al 7,3% del 2016. Guardando alle singole regioni, l’America Latina è quella che prevede i maggiori aumenti, dovuti principalmente agli elevati tassi di inflazione di alcuni paesi. Anche il Medio Oriente e l’Africa prevedono un forte aumento (9,8%) mentre l’Europa è l’unica che continua ad avere gli aumenti di costi più bassi. Le compagnie di assicurazione statunitensi prevedono, invece, per l’anno in corso un aumento del 7,5%, un tasso di crescita leggermente inferiore rispetto al 2016.

Secondo lo studio, le previsioni di ridurre l’aumento dei costi nel breve periodo non sono rosee. La maggior parte delle compagnie nei prossimi tre anni si aspetta un aumento significativo dei costi nel settore sanitario a livello globale, fatta eccezione di Medio Oriente e Africa per i quali sono un po’ più ottimisti e solo il 53% prevede ci sarà una crescita dei costi, che però resterà costante negli anni a venire.

Trend globali del settore sanitario: 2015 – 2017

 201520162017*
Globale7,5%7,3%7,8%
Stati Uniti8,8%7,8%7,5%
Nord America8,4%8,2%8,6%
Asia Orientale7,1%7,7%8,6%
Europa5,0%4,3%4,5%
America Latina12,5%12,4%11,5%
Medio Oriente e Africa9,0%9,0%9,8%

*Previsione

“Tenere sotto controllo l’aumento dei costi per l’assistenza sanitaria a livello globale è senza dubbio una priorità per le compagnie e per le aziende, ha detto Cesare Lai – Head of Health and Benefits di Willis Towers Watson. Nonostante in alcune regioni siano stati fatti dei progressi per ridurre i costi, la maggior parte degli intervistati continua a lottare per cercare di ridurli. Non si tratta di una mancanza di sforzi né tanto meno di innovazione; molte aziende stanno infatti implementando approcci tradizionali e innovativi per cercare di gestire questo aumento”

Quando è stato chiesto quale fosse il fattore guida determinante per l’aumento dei costi e fuori dal controllo delle aziende e delle strutture sanitarie, circa i due terzi (63%) ha citato i costi tecnologici.

La cosa interessante è che tre assicuratori su quattro (74%) hanno menzionato l’eccessivo ricorso a cure prescritte dai medici professionisti che, raccomandando troppi servizi, sono uno dei fattori guida relativi al comportamento dei dipendenti e delle strutture sanitarie. Più della metà (54%) ha fatto riferimento a un elevato numero di dipendenti che è alla ricerca di cure inadeguate.

Stando all’indagine, un crescente numero di aziende offre assistenza preventiva che consente ai dipendenti di assumersi la responsabilità per la propria salute. In generale, quattro intervistati su dieci (39%) offrono programmi di benessere. Dall’indagine è emerso che negli Stati Uniti, tre quarti delle aziende mette già a disposizione questi programmi, mentre in Europa sono ancora solo la metà. Queste iniziative, sono destinate ad aumentare in modo significativo.

I programmi di check up stanno ottenendo molte adesioni. Infatti, circa due intervistati su tre (65%) offrono adesso valutazioni di rischio per la salute personale mentre il 16% conta di farlo per l’anno prossimo. Un secondo parere medico è un servizio già offerto dal 71% delle aziende mentre l’11% ha intenzione di integrarlo. In particolare, quasi la metà (48%) delle compagnie offre programmi di prevenzione e di miglioramento allo stile di vita, e si prevede che il prossimo anno questa percentuale cresca fino a quasi il 65%.

Ivan Abbruzzo, Senior Consultant di Willis Towers Watson, ha aggiunto: “Le iniziative sul benessere sembrano essere delle buone premesse per affrontare le malattie non trasmissibili e quelle che nascono dalle scelte del proprio stile di vita come il fumo, le cattive abitudini alimentari e la mancanza di regolare esercizio fisico. Mentre i programmi di benessere proposti degli intervistati continuano a crescere a livello mondiale, noi crediamo che le compagnie possano collaborare maggiormente con le aziende per comprendere meglio quali possono essere le esigenze dei dipendenti al fine di offrire prestazioni appropriate, efficace ed efficienti, fornendo metriche e reporting standardizzati”.

Altri risultati della Global Medical Trends includono:

  • Malattie non trasmissibili. Tra le prime tre malattie gli assicuratori mondiali menzionano il cancro (75%), le malattie cardiovascolari (67%) e le malattie respiratorie (40%). Gli intervistati non si aspettano che la situazione possa mutare nei prossimi cinque anni.
  • Gestire il trend sanitario. I due terzi (66%) utilizzano strutture sanitarie convenzionate, mentre il 65% utilizza pre-autorizzazione delle strutture convenzionate per aiutare a gestire i costi. Quasi sei su dieci (59%) mettono dei limiti su alcuni servizi sanitari.
  • Gestire lo stress. Preoccupati della continua crescita dei fattori di stress che colpiscono i dipendenti, il 61% delle compagnie ha incluso nei programmi standard globali di copertura sanitaria il trattamento per la salute mentale e lo stress.

Informazioni sulla ricerca

La ricerca Global Medical Trends di Willis Towers Watson è stata effettuata nei mesi di Ottobre e Novembre 2016 e ha coinvolto 213 assicuratori sanitari operanti in 79 paesi.

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