Sanità: oltre 3 milioni di donazioni di sangue nel 2016, una ogni 10 secondi

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Diminuiscono in Italia i donatori di sangue. E allo stesso tempo invecchiano. Eppure in Italia nel 2016 una donazione di sangue ogni 10 secondi ha permesso di fornire a quasi 660 mila persone trasfusioni salvavita, oltre a garantire a pazienti con diverse malattie i farmaci plasmaderivati. Questi i dati diffusi dal Centro nazionale sangue (Cns), in occasione del ‘World Blood Donor Day’, nel corso di un evento nella sede del ministero della Salute a Roma. Lo scorso anno il sistema ha registrato oltre 3 milioni di donazioni di sangue e plasma (esattamente 3.036.634), mentre i donatori sono stati 1,688 milioni, 40 mila in meno rispetto all’anno precedente. La cifra più bassa dal 2011. Nel dettaglio i donatori abituali sono stati 1.370.556 (81,2%), quelli nuovi 317.071 (18,8%), mentre a livello di genere si registra una netta prevalenza per i maschi, che sono il 70%. Circa il 27% del totale rientra nella fascia di età 36-45 anni, il 28% in quella 46-55, il 13% in quella 18-25 e 56-65 mentre il 18% è tra 26 e 35 anni. L’andamento degli ultimi anni vede un progressivo invecchiamento dei donatori, con un calo nelle fasce più giovani e un aumento in quelle più in là con l’età. Il Friuli Venezia Giulia è la regione con più donatori ogni mille abitanti, mentre la Calabria è quella che ne ha meno. Sono stati quasi 660 mila (659.486) i pazienti trasfusi nel 2016, in aumento del 3,7% rispetto all’anno precedente, pari a 10,9 persone ogni mille abitanti. In totale sono state trasfuse quasi 3 milioni di unità di emocomponenti (oltre 8 mila al giorno), mentre più di 800 mila chili di plasma sono stati inviati alle aziende per il frazionamento. In generale, gli obiettivi di autosufficienza nazionale per il 2016 sono stati mantenuti per quanto riguarda il sangue, spiega Giancarlo Maria Liumbruno, direttore del Cns, grazie al meccanismo di compensazione per cui le regioni che raccolgono più sangue del fabbisogno, lo cedono a chi è in crisi. A contribuire maggiormente sono state nel 2016 Piemonte (32%), Veneto (16%), Friuli-Venezia Giulia (13%), Lombardia (12%), Provincia autonoma (PA) di Trento (8%), Emilia-Romagna (4%), Campania, Valle d’Aosta e PA di Bolzano (circa 2% ognuna). “Il sistema è sostanzialmente in equilibrio, ma in alcune regioni periodicamente è necessario ricorrere alla compensazione – sottolinea Liumbruno – La Sardegna ad esempio ha un’ottima raccolta, ma non è autosufficiente perché ha molti pazienti talassemici, che necessitano di molto sangue per le terapie. E’ importante che tutte le Regioni cerchino di contribuire il più possibile al sistema di compensazione nazionale e che incrementino la raccolta. Per questo si fa appello alla sensibilità delle Regioni affinché consentano alle strutture trasfusionali una maggiore flessibilità nei giorni e negli orari di apertura in modo da venire maggiormente incontro alle esigenze dei donatori”. Per favorire la donazione del sangue il Cns ha presentato due iniziative: collegandosi al link cns.sanita.it/geoblood è disponibile la prima mappa italiana di tutti i punti dove donare, con la possibilità di fare una ricerca basata sulla propria posizione per scoprire il luogo più vicino. Per incrementare le donazioni di plasma partirà inoltre l’iniziativa ‘Plasma Italia’, con una landing page disponibile sul sito www.centrosangue.it per spiegare l’importanza e le modalità di questo tipo di donazione. (AdnKronos)

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