Siccità, CREA: l’impianto irriguo più efficiente tutela i raccolti

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Il fenomeno della siccità che si sta abbattendo intensamente in questi giorni sul nostro Paese “va letto alla luce del cambiamento climatico globale e della variabilità delle precipitazioni, che si stanno accentuando sempre di più nel corso degli ultimi anni” e, “per limitare i danni derivanti all’agricoltura è indispensabile soccorrere tempestivamente con l’irrigazione le colture“, ovviando alla penuria di acqua negli invasi, Con “impianti irrigui ad alta efficienza” nelle aziende “calibrandone gli interventi in base alle fenofasi, cioè le fasi di sviluppo delle colture, più sensibili alla carenza idrica“. Sono queste le indicazioni che arrivano dal Crea a fronte dell’emergenza siccità. Grazie a questi accorgimenti, segnala il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, “sarà possibile scongiurare il rischio di compromettere il raccolto dell’annata o dell’impianto stesso in caso di colture perenni“. In tal senso la ricerca del Crea “può apportare il suo contributo con una serie di conoscenze da tradursi in buone pratiche“. Uno fra tutti, segnala il Crea, “il progetto che sta per vedere la luce sull’agricoltura digitale. Si tratta di una vera e propria rivoluzione tecnica e culturale che utilizza le conoscenze già acquisite per raggiungere la sostenibilità, con pratiche agricole ad alto uso di informazioni“. Ne deriverà, infatti, anticipa il Crea, “la realizzazione di Dss-Decision Support System, un sistema integrato di conoscenze teoriche, previsioni climatiche e informazioni provenienti da sensori e da radiometri trasportati da veicoli che si muovono in campo o che sorvolano il campo, a bordo di droni, il territorio, su velivoli leggeri, la regione con il telerilevamento da satelliti“. I Dss, sottolinea il Crea, “si dimostrano quindi uno strumento efficace di gestione della risorsa idrica, assistendo l’agricoltore nel dosare i volumi irrigui in funzione delle caratteristiche del suolo, della vegetazione e della sensibilità agli stress ambientali della specie coltivata“. Inoltre, “anche le specie vegetali dovranno adeguarsi all’insufficienza di acqua” chiarisce il centro di ricerca. “Attualmente il miglioramento genetico non va ad individuare un singolo gene di resistenza alla siccità, ma i tratti distintivi, e le relative sequenze geniche, che consentono alle piante di produrre, o di resistere, in condizioni di carenza idrica. Tali tecniche però -spiega infine il Crea- richiedono tempi di realizzazione non immediati“.

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