Il 15% delle nuove applicazioni aziendali è oggi cloud native, ma il loro uso è destinato ad aumentare rapidamente nei prossimi tre anni, fino a raggiungere il 32% entro il 2020. E questo perché si diffonde la consapevolezza che le applicazioni cloud native facilitano l’It nel portare agilità e innovazioni al business. A evidenziarlo è l’ultimo report di Capgemini, leader mondiale nel settore della consulenza, della tecnologia e dei servizi di outsourcing. Lo studio rileva una nuova tendenza nell’adozione di cloud aziendali, grazie al crescente utilizzo di applicazioni cloud native, applicazioni e servizi creati per operare al meglio in ambiente cloud facendo leva sull’approccio Platform as a Service (PaaS). “Si tratta di una svolta positiva e importante per il nostro settore. Prevediamo che entro il 2020 le architetture cloud native diverranno la scelta più comune per le applicazioni rivolte al cliente, un trend determinato dalla necessità di implementare le innovazioni a un ritmo spedito e migliorare la customer experience. Le imprese che ritardano l’adozione di questo approccio dovranno faticare per colmare il divario con i competitor cloud native“, ha dichiarato Andrea Falleni, ad di Capgemini Italia e Eastern Europe. “Le imprese dovrebbero inoltre affidarsi ai propri Chief Information Officers (Cio) per comprendere l’enorme potenziale della tecnologia cloud native nell’offrire vantaggi e innovazione al business. I Cio a loro volta dovrebbero affrontare la mancanza di cultura e competenze aziendali in questo ambito, per guidare un percorso evolutivo per diventare leader cloud-native“, ha aggiunto. Lo studio, condotto su oltre 900 professionisti senior, impiegati sia nell’It sia in settori di più ampia portata, provenienti da 11 paesi in Europa, Nord e Sud America e Australia, attribuisce questo cambiamento nell’adozione di tecnologie cloud al desiderio di incrementare l’agilità aziendale (74%), alla volontà di aumentare la collaborazione con i partner esterni (70%) e all’obiettivo di migliorare la customer experience (67%). Il report identifica un ristretto gruppo di aziende ‘leader’, già impegnate nel settore delle applicazioni cloud native – ovvero aziende il cui 20% delle nuove applicazioni aziendali è già sviluppato secondo questo paradigma – che hanno quasi il doppio delle possibilità di aumentare i ricavi attribuibili alle applicazioni cloud native rispetto agli utilizzatori più reticenti (84% vs 44%). Inoltre, rispetto ai ritardatari, le aziende leader cloud native sono più inclini a definire agile il proprio approccio allo sviluppo del software (69% contro il 37%), l’implementazione come automatizzata (78% contro il 46%) e i team di sviluppo e operations come integrati (69% contro 38%). Non solo, mostrano un atteggiamento più focalizzato alla crescita delle funzioni It, con il miglioramento della customer experience (90%), dell’agilità aziendale (87%) e della scalabilità (85%), considerate priorità maggiori rispetto alla riduzione dei costi (79%). Man mano che l’adozione aumenta, i Cio delle imprese che utilizzano o stanno progettando di implementare applicazioni cloud native si aspettano che il settore It diventi ancora più centrale nel sostenere le ambizioni aziendali, tra cui lo sviluppo di nuovi modelli di business (67%), un rapido aumento di dimensioni dell’attività (72%), un aggiornamento più rapido di prodotti/servizi (71%) e l’adozione di nuovi canali di accesso al mercato (68%). Tuttavia, molti Cio, spiega Capgemini, si trovano ad affrontare numerose sfide nell’elaborazione di piani aziendali finalizzati all’investimento in applicazioni cloud native, a partire dagli stessi leader aziendali che concepiscono la riduzione dei costi come una priorità per i team It. Queste sfide vanno da quelle organizzative – tra cui vi è una lotta alla cultura radicata che si oppone alla natura di modelli lavorativi cloud native (65%) e la carenza di competenze nello sviluppo di app cloud native (70%) – a quelle tecniche, come le difficoltà nell’integrare le novità nelle infrastrutture preesistenti (62%) o l’essere vincolati da contratti con i fornitori (58%). Poco più di un quarto delle imprese high-tech (26%) e quasi un terzo delle imprese manifatturiere (29%) sono leader cloud native, rispetto all’11% dei fornitori di servizi bancari, al 18% degli assicuratori e al 22% delle imprese Consumer Products, Retail and Distribution (Cprd). Le priorità stanno cambiando a causa della concorrenza digitale: le banche ora progettano il 10% delle nuove applicazioni usando un approccio cloud native, mentre quasi la metà degli assicuratori (47%) e quasi un terzo delle imprese di consumer products, retail and distribution (Cprd) (27%) affermano che l’approccio cloud native rappresenta una parte fondamentale delle proprie strategie tecnologiche. Ognuno di questi gruppi – banche, assicurazioni e imprese Cprd – intende incrementare sensibilmente gli investimenti in ambito Platform as a Service (PaaS) nei prossimi tre anni (rispettivamente del 41%, 44% e 41%). Una chiara roadmap per il cloud – incluso il passaggio allo sviluppo di applicazioni cloud native – può migliorare notevolmente la reputazione di un’impresa nel settore dell’It e, per estensione, del suo Cio.
Il report Capgemini offre sei indicazioni utili per aiutare i Cio a trasformare le proprie aziende in leader cloud native:
1. Valutare il portafoglio delle applicazioni e individuare le priorità per lo sviluppo dell’approccio cloud native.
2. Costruire la credibilità implementando una roadmap del cloud e dimostrando abilità nel far crescere il business.
3. Partire da dimensioni ridotte e poi espandersi progressivamente per sviluppare un team specializzato.
4. Adattare il modello operativo It per supportare sia agilità aziendale che stabilità.
5. Essere pragmatici nella scelta delle tecnologie.
6. Fare da incubatore per una cultura di innovazione, collaborazione, sperimentazione e formazione.