In caso di terremoto dannoso, generalmente sopra Magnitudo 5.0, è previsto che l’INGV metta in campo le squadre per il rilievo macrosismico. Queste – spiega Andrea Tertulliani nella Newsletter INGV – si celano dietro l’acronimo QuEST (Quick Earthquake Survey Team) e sono formate da esperti che si dedicano al rilievo macrosismico post-terremoto. Le squadre, che collaborano anche con il Dipartimento della Protezione Civile, hanno il compito di fornire, in tempi relativamente rapidi, il quadro del danneggiamento dovuto all’evento sismico in termini di Intensità macrosismica. Il rilievo viene svolto raccogliendo dati sulla quantità di edifici danneggiati, la loro tipologia e vulnerabilità e sul genere di danno subito.
Questi dati sono essenziali per stimare, attraverso l’uso della Scala Macrosismica Europea (EMS98), o la tradizionale Scala Mercalli (Mercalli-Cancani-Sieberg), il grado di Intensità in ogni località colpita. La valutazione della vulnerabilità degli edifici è uno dei passaggi importanti per arrivare alla stima dell’intensità. Secondo la Scala Macrosismica EMS98, possiamo classificare gli edifici in 6 classi di vulnerabilità, da A (gli edifici più vulnerabili alla sollecitazione sismica) a F con un moderno design antisismico. La maggior parte degli edifici nella zona dei terremoti del 2016-2017 appartengono alle classi A (costruiti con pietra locale, spesso molto vecchi e scarsamente manutenuti) e B (di fattura leggermente migliore, spesso in mattoni). Entrambe queste tipologie raramente mostrano di avere i più elementari accorgimenti antisismici.
Come già avvenuto subito dopo le scosse del 24 agosto e 26 ottobre 2016, le squadre QuEST si sono attivate, coadiuvate dai colleghi dell’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) ed EUCENTRE-Centro Europeo di Formazione e Ricerca in Ingegneria Sismica, per studiare gli effetti di danno sugli edifici di quasi 300 località dell’area colpita. Una prima osservazione è che gli effetti rilevati dopo il 30 ottobre sono il risultato, in molte località, del cumulo del danneggiamento dovuto anche alle precedenti scosse, specialmente nell’area fra Amatrice e Norcia. Dopo la scossa del 30 ottobre, l’area danneggiata si è significativamente estesa verso nord, di conseguenza il rilevamento degli effetti macrosismici ha interessato molte località scarsamente interessate in precedenza, soprattutto in provincia di Macerata.
In moltissimi casi, si è notato un incremento di danneggiamento, a volte fino alla distruzione totale, determinando aumenti di Intensità fino a 3 gradi della scala EMS98, come è successo in molte località prossime all’epicentro del terremoto del 30 ottobre (Norcia, Castelsantangelo sul Nera, Castelluccio di Norcia e altre). Castelluccio di Norcia (fraz. di Norcia) ad esempio, è passata da una situazione di danno relativamente leggero dopo il 24 agosto, ad una distruzione quasi totale dopo il 26 e 30 ottobre, con un incremento di intensità dal grado 6-7 al 9. A pochi chilometri di distanza Pretare (fraz. di Arquata del Tronto) ha subìto un aggravamento notevole dal 24 agosto al 30 ottobre con un incremento di intensità dal 7-8 al 9.
Un altro esempio rilevante riguarda Accumoli che, in occasione della scossa del 24 agosto, aveva riportato diversi crolli parziali e la distruzione totale di pochi edifici, effetti valutati di intensità pari al grado 8 EMS98. Successivamente alla scossa del 30 ottobre, per Accumoli è stata stimata un’intensità pari al grado 10 EMS98, avendo rilevato la distruzione pressoché totale di oltre l’80% dell’edificato più vulnerabile (classe di vulnerabilità A) e di circa il 30% degli edifici più robusti (classe B e superiori).
Situazione analoga anche ad Arquata del Tronto e in altre frazioni, che dal 24 agosto al 30 ottobre hanno subìto un aggravamento diffuso che ha portato a un aumento di intensità di uno o due gradi. Un esempio significativo è quello di San Severino Marche, molto distante dall’epicentro, dove un quartiere, rione Uvaiolo, ubicato su depositi alluvionali terrazzati, ha mostrato un’alta concentrazione di danni gravi e gravissimi su una serie di villette e palazzine di varia tipologia costruttiva (cemento armato, muratura mista, blocchetti).
Questo e molti altri casi sono rappresentativi di un probabile effetto di sito, fenomeno per il quale una particolare condizione geologica del luogo causa una amplificazione degli effetti dell’onda sismica. Una nota positiva riguarda molte delle località già colpite dalla sequenza sismica del 1997-1998 (Colfiorito), in cui le opere di recupero e ristrutturazione, svolte secondo le recenti norme antisismiche, hanno contribuito a una sensibile limitazione dei danni.