La società civile scende in campo nel weekend dell’1 e 2 luglio per presentare il ‘Patto per il delta del Po‘ a popolazioni e istituzioni locali per avere una gestione integrata che consenta di tutelare adeguatamente una zona unica per biodiversità su scala europea, in particolare per l’avifauna, che rappresenta il più vasto complesso di zone umide d’Italia, messo a rischio, sostengono gli organizzatori, “da una gestione non oculata delle risorse naturali e dalle trasformazioni indotte dai cambiamenti climatici“. L’iniziativa è promossa da Aiab – Associazione italiana agricoltura biologica, Aipin – Associazione italiana per l’ingegneria naturalistica, Apab – Associazione italiana agricoltura biodinamica, Cirf – Centro italiano per la riqualificazione fluviale, Cts, Federazione Pro Natura, Federbio, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Marevivo, Slow Food, Touring Club Italiano, Wwf. Sono 16 le iniziative racchiuse nel ‘Delta Green Weekend’ dell’1 e 2 luglio, sulle due sponde veneta ed emiliano-romagnola. Domani, sabato 1 luglio, a partire dalle 9 e fino a dopo le 19.30 le associazioni promotrici del patto hanno organizzato 8 appuntamenti in altrettante località in cui presenteranno il patto del delta, sottoscritto da 15 associazioni, ai sindaci di Adria, Porto Tolle, Porto Viro, Rosolina, Rovigo (sulla sponda veneta) e Comacchio, Ferrara e Ravenna (sulla sponda emiliano-romagnola). Sabato 1 luglio si terranno i principali incontri con la stampa: A Rovigo (alle 11 allo stand di piazza Vittorio Emanuele), a Ferrara (alle ore 11 davanti al Museo civico di storia naturale) e Ravenna (nell’ambito del convegno che si svolgerè in Comune dalle 9 alle 12). Domenica 2 luglio invece le altre 8 iniziative, dalle 8.30 alle 21, saranno focalizzate a Porto Caleri, Oasi di Panarella e Isola Balutin, Porto Levante (Veneto), Cà Vecchia-Punte Alberete, Lido di Classe, Lido di Dante, Porto Garibaldi, Massenzatica (Emilia Romagna) sulla natura del delta, dai punti di maggior pregio dei litorali alle zone umide più spettacolari delle due regioni confinanti, con visite guidate a piedi o in battello e aperitivi in natura con prodotti tipici. Con il patto le associazioni chiedono che siano superati “gli attuali limiti dell’inefficace ventennale gestione, separata in due parchi regionali del Veneto e dell’Emilia Romagna, di un patrimonio naturale e culturale locale, che ha una rilevanza nazionale e internazionale. L’area del delta del Po, in un fragile equilibrio ecologico tra terra e mare, ospita oltre 300 specie di uccelli, 40 specie di mammiferi e 25 tra anfibi e rettili, che vivono in maniera stabile nei suoi diversi habitat o che vi sostano durante le migrazioni“. Il recente riconoscimento nel 2015 del delta del Po quale area Mab (Man and Biosphere) dell’Unesco secondo le associazioni “conferma la volontà diffusa e l’aspirazione a una gestione integrata delle risorse di questo delicatissimo ambiente naturale, un unicum paesaggistico, in fragile equilibrio per scelte industriali obsolete, l’apporto degli inquinanti (lo stato ambientale delle acque a monte e a valle dalla foce è valutato ‘non buono’), l’introgressione del cuneo salino, l’innalzamento del livello delle acque marine dovuto al riscaldamento globale“.