Anche nel Lazio, come in tutta Italia, si abbassa il numero di infrazioni complessive ai danni dell’ambiente grazie all’effetto positivo della legge sugli ecoreati nel codice penale, ma la regione si conferma quinta (dopo quelle a tradizionale presenza mafiosa) per numero di reati complessivi, ed è la prima nel centro Italia. E’ quanto emerge dal rapporto Ecomafia 2017 di Legambiente, presentato oggi a Roma. Nel Lazio le infrazioni accertate nel 2016 sono state 2.241 con 1.815 denunce, 25 arresti, 448 sequestri. Complessivamente, i reati ai danni dell’ambiente calcolati nel 2016 sono lievemente in calo rispetto al 2015 quando erano 2.430. Continua a essere il ciclo dei rifiuti il settore che registra il maggior numero di reati ecomafiosi nel Lazio, regione terza in classifica con 533 infrazioni che hanno portato a 564 denunce, 19 arresti e 180 sequestri; tra le provincie, Roma si piazza al terzo posto con 199 reati e Frosinone, tra le peggiori dieci, al nono posto con 101 infrazioni. I reati legati al ciclo del cemento e, quindi, all’abusivismo edilizio, vedono il Lazio al quarto posto con 375 infrazioni (erano 514 nel 2015), 462 denunce e 162 sequestri, ed è Latina la peggior provincia, al quinto posto nella graduatoria provinciale con 144 infrazioni. Molti anche i reati ai danni della fauna, per i quali il Lazio risulta essere la sesta regione. Le infrazioni sono 471, dalle quali sono derivate 410 denunce, 2 arresti e 88 sequestri. Roma è la terza peggiore provincia con 300 infrazioni. Per gli incendi dolosi e colposi, il Lazio occupa un poco onorevole quarto posto con le sue 436 infrazioni (440 nel 2015), 20 denunce, 3 arresti e 1 sequestro. Sono poi le archeomafie (furti e reati ai danni del patrimonio storico-archeologico) che quest’anno fanno raggiungere al Lazio il primo posto assoluto nella classifica tra le Regioni a causa degli 80 furti avvenuti. Triste primato per il Lazio che sale al primo posto per la corruzione in materia ambientale: tra il 1 gennaio 2010 e il 31 maggio 2017, nella regione sono stati 391 gli arresti, 401 le denunce e 35 i sequestri legati proprio alla corruzione ambientale. “I Comuni possono e devono fare ancora molto nel monitoraggio del territorio e nella denuncia degli illeciti – dice Roberto Scacchi, presidente Legambiente Lazio – Bene la Regione per il recente protocollo con la Corte d’Appello di Roma proprio a contrasto degli ecoreati. Torniamo a chiederle anche di far ripartire l’Osservatorio Ambiente e Legalità, per dare uno strumento importante in più ai cittadini e alle amministrazioni”. Intanto l’effetto della legge 68/2015 sui reati ambientali nel codice penale, è stata applicata nel Lazio per 28 infrazioni, coinvolgendo 3 persone giuridiche e 35 persone note denunciate, con 11 sequestri.