Dall’immondizia al cibo, per animali, passando per delle larve di insetto. E’ il percorso intrapreso da Karma3, società biotech australiana che ha utilizzato le proprie competenze nello sviluppo software per creare allevamenti di hermetia illucens, meglio note come “mosche soldato nere”. Ditteri la cui aspettativa di vita è ristretta a una sola settimana: sette giorni nel corso dei quali, però, arrivano a deporre tra le 100 e le 500 uova. Subito dopo la schiusa, le larve iniziano a nutrirsi di materia organica, che trasformano in una sostanza composta al 60-65% di proteine e per il resto di grasso e carboidrati. Secondo i ricercatori dell’azienda aussie, un sostituto ideale dei pastoni a base di soia comunemente utilizzati in tutto il mondo per l’alimentazione animale. “Quello che stiamo cercando di fare è guidare i processi naturali, trasformandoli in qualcosa di più efficiente della natura stessa, e di fare qualcosa di buono per la società e l’industria agricola“, ha dichiarato Martin Pike, a capo dell’area scientifica di Karma3, ai media locali, spiegando che “è piuttosto semplice ottenere il contenuto di grasso e proteine che ci serve dalle larve semplicemente fornendo loro in modo regolare avanzi di cibo“. Secondo l’azienda, il prodotto finale della trasformazione potrebbe essere impiegato come fonte di cibo sostenibile e a basso costo per gli animali nel lungo termine. Per il momento, la sostanza è stata utilizzata per nutrire i pesci, ma è allo studio l’impiego per nutrire suini e pollame. Tra i vantaggi dati da questa soluzione, ha spiegato Pike, la possibilità di ridurre il livello di contaminazione presente nel cibo attualmente ustato, dal momento che le mosche soldato non sono vettori per le malattie. “Possono masticare quasi ogni tipo di batterio tossico, anche cose che normalmente sono un problema come la salmonella o l’E.coli“, ha evidenziato il ricercatore.