Caldo: l’Italia è a secco, il Po scende a -3,23 metri

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Il livello idrometrico del fiume Po è sceso 3,23 metri sotto lo zero idrometrico, mezzo metro piu’ basso rispetto allo stesso periodo dello scorso anno dopo un mese di giugno in cui le precipitazioni sono risultate in calo del 25,6% e il mix esplosivo con il caldo ha aggravato la siccità nei campi e alimentato gli incendi. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base delle rilevazioni al Ponte della Becca il cui livello risente delle ridotte precipitazioni degli ultimi mesi che hanno provocato nelle campagne danni stimati in un miliardo di euro. Lo stato del piu’ grande fiume italiano – sottolinea la Coldiretti – è rappresentativo della crisi idrica del Paese, anche perché dal bacino idrico del Po dipende il 35% della produzione agricola nazionale. Lungo la Penisola con il grande caldo gli agricoltori – continua la Coldiretti – sono già dovuti ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare le coltivazioni, dagli ortaggi alla frutta, dai cereali al pomodoro, ma anche i vigneti e il fieno per l’alimentazione degli animali per la produzione di latte per i grandi formaggi tipici. In Toscana, nella provincia di Siena è allarme allevamenti a causa della mancanza di acqua e dei foraggi per gli animali, letteralmente bruciati dal gran caldo, ma su tutto il territorio regionale la produzione di cereali e crollata del 40%, con punte del 70% nel caso del mais e quelle di foraggi, ortaggi, pomodoro da industria e frutta sono diminuite fino al 50%. I girasoli e il granoturco stanno seccando in Umbria e nelle Marche, ma in difficoltà sono anche ampie aree del Lazio dove la produzione di frumento – precisa Coldiretti – risulta stentata, con pesante contrazione dei raccolti. Soffrono anche ortaggi, frutta, pomodori. Brucia letteralmente il Sud a causa degli incendi – continua la Coldiretti – con il bilancio dei danni piu’ pesante in Sicilia dove si contano danni per milioni di euro tra animali morti, ettari di terreno per il foraggi bruciati e strutture devastate, tanto da far scattare immediatamente la solidarietà degli agricoltori della Coldiretti con consegne immediate di foraggio per l’alimentazione del bestiame. Gravissimi problemi si registrano anche dalla Puglia alla Calabria, dall’Abruzzo alla Campania, dal Molise alla Basilicata dove il crollo dei raccolti nelle campagne, dal grano al pomodoro fino alle olive – sottolinea la Coldiretti – mette a rischio gli investimenti avviati per l’annata agraria con una diminuzione del livello occupazionale per il calo delle giornate lavorative offerte dall’agricoltura. Gli agricoltori sono già impegnati a fare la propria parte – sottolinea Coldiretti – per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti. Ma – continua Coldiretti – non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio e la competitività dell’intero settore alimentare. Di fronte alla tropicalizzazione del clima – sostiene Coldiretti – se vogliamo continuare a mantenere l’agricoltura di qualità, dobbiamo organizzarci per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi con interventi strutturali che non possono essere più rimandati. Occorrono – conclude Coldiretti – interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, creando bacini aziendali e utilizzando le ex cave e le casse di espansione dei fiumi per raccogliere l’acqua piovana.

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