Il professor Adriano Pessina, Direttore del centro di bioetica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano” condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Il caso Charlie Gard. “Ormai siamo di fronte a scontri di principio e di prese di posizione e si rischia di perdere di vista la dimensione umana oltre che clinica –ha affermato Pessina-. Non si tratta tanto di stabilire chi sceglie, ma di chiarire bene quali sono i criteri con cui scegliere. Questo bambino, malgrado sia sofferente, malgrado sia malato, questo è prima di tutto un bambino. La questione decisiva è la proporzionalità, sia nei trattamenti clinici ma anche nella loro sospensione. In questa vicenda mi sembra invece che ci sia una sproporzione di argomentazioni. Ormai tutto è diventato pubblico e quindi tutto va in mano al piano giuridico. L’opinione pubblica non conosce mezze misure, per cui o tutto è eutanasia oppure niente è eutanasia. Abbiamo bisogno di una cultura della malattia e della differenza. Anche se un bambino è molto malato bisogna fare di tutto per curarlo, anche se non è guaribile è curabile, ci si può prendere cura del bambino. Certo, poi bisogna anche rendersi conto che ci sono dei momenti in cui alcuni interventi sono sproporzionati. La Corte Europea avrebbe dovuto astenersi. Questo rischia di creare un precedente giuridico che va a sancire che conta solo il parere dei medici. La Corte avrebbe dovuto dire ai genitori: a questo punto decidete voi insieme ai medici. Siamo degli osservatori esterni, il vissuto delle persone non è accessibile alla scienza”.