Emergenza incendi, in Sicilia dopo il fuoco divampano le polemiche. Scintille tra la Protezione Civile e la Regione, botta-risposta Curcio-Crocetta

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Sta rientrando l’emergenza incendi nel messinese, devastato per tutta la giornata di ieri da vasti roghi scoppiati tra Patti e Sant’Agata di Militello, nel versante nord della Sicilia. Ma le polemiche restano roventi con un botta e risposta tra il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, che parla di strutture regionali inadeguate, e il governatore Crocetta che replica accusandolo di non conoscere i fatti. Sul fronte dei roghi, i vigili del fuoco, che hanno lavorato tutta la notte, hanno ormai spento gli ultimi focolai e messo in sicurezza la zona, in particolare un’area per la raccolta di rifiuti vicino Patti dove, dieci anni fa in un incendio doloso morirono sei persone. Ora e’ il momento della conta dei danni: ingenti sia per l’ambiente, che per l’economia della zona.

La lettera del capo della protezione civile nazionale Curcio a Crocetta

Intanto il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, in una lettera indirizzata al Governatore della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, ha evidenziato come “anche la giornata di ieri, venerdì 30 giugno, ha evidenziato, in tutta la sua drammaticità, la grave condizione in cui versano le strutture della Sicilia deputate alla previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi e di interfaccia”. Nel documento, che fa seguito a due precedenti note inviate nel mese di giugno, si sottolinea come – “nonostante la particolare situazione meteorologica in atto e seppure all’origine degli incendi boschivi sia da annoverare la mano dell’uomo che agisce nei territori per dolo o per colpa – ci sia anche l’inadeguata organizzazione della Regione a fronteggiare il fenomeno attraverso una campagna antincendio efficiente. Molte le fragilità del sistema regionale, dalle difficoltà di gestione della Sala operativa unificata – SOUP che, tra le altre cose, dovrebbe attribuire le priorità agli interventi da effettuare alle criticità operative delle squadre a terra non sufficientemente attrezzate, alla completa assenza di una flotta aerea regionale. Assenza che inevitabilmente impatta anche sull’impiego della flotta di Stato che dovrebbe essere dedicata a garantire il concorso alle Regioni e Province Autonome impegnate con le proprie risorse a fronteggiare le emergenze più complesse e che, invece, di fatto, sta sostituendo l’azione che è nella responsabilità Regione Siciliana. Solo nell’ultima settimana a fronte di 108 richieste di concorso aereo pervenute al Centro Operativo Aereo Unificato – COAU – del Dipartimento della Protezione civile, 52 sono giunte dalla Sicilia che ha quindi raggiunto in media il 48% delle richieste totali, con punte pari anche al 67% nella giornata di ieri, venerdì 30 giugno, e al 61% lo scorso 28 giugno. E anche oggi, a fronte di 9 richieste complessive da parte delle Regioni pervenute finora al COAU, 5 – più della metà – sono della Sicilia. Una situazione – conclude Curcio – ormai diventata critica, cui urge assolutamente porre rimedio“.

Coldiretti, dopo un primo monitoraggio, parla di danni per milioni di euro in tutta la Sicilia. Nel ragusano e nel messinese – ha scritto in una nota l’associazione di categoria – “sono autentiche azioni di terrorismo che mettono in ginocchio un’intera regione massacrano le aziende, le colture, il paesaggio e danneggiano in modo irreparabile la biodiversita’ del territorio: un patrimonio devastato”. “Il conteggio e’ ancora sommario, ma il vero disastro riguarda l’assoluta mancanza di soluzioni – ha affermato Francesco Ferreri, presidente di Coldiretti Sicilia – Qualcuno in questa Regione deve assumersi la responsabilita’ della tragedia degli incendi. Se ci sono piromani devono andare in galera, ma non e’ possibile che ogni anno si ripeta la stessa situazione”. Martedi’ il governatore Crocetta, che ieri aveva puntato il dito contro le azioni criminali dei piromani, incontrera’ i sindaci di Patti e Chiaramonte e ha annunciato la dichiarazione dello “stato di emergenza”.

Le polemiche sulle inefficienze del servizio antincendi della Regione pero’ non si placano. “Il governo regionale avrebbe potuto, a prescindere dai ritardi dell’approvazione del bilancio, programmare prioritariamente le risorse per organizzare con uomini, mezzi e attrezzature la campagna antincendio e l’attivita’ di pulizia dei viali parafuoco fin dai primi mesi dell’anno, invece ha lasciato i territori sguarniti di ogni risorsa nell’impossibilita’ di potere anche solo minimamente far fronte alle piu’ elementari esigenze organizzative e di manutenzione”, hanno sostenuto i segretari provinciali Fai Cisl, Flai Cgli e Uila Uil di Messina. La lettera del capo della Protezione civile Curcio a Crocetta, che invita tra l’altro a porre subito rimedio alla situazione, da’ man forte a queste posizioni.

La dura risposta di Crocetta a Curcio

Basta con lo scaricabarile, forse Curcio non conosce la storia. Abbiamo sempre avuto una convenzione con il Corpo forestale dello Stato, dopo che l’hanno smantellato i mezzi dovevano essere trasferiti ai vigili del fuoco. Ho chiesto di rinnovare la convenzione con i vigili del fuoco e aspettiamo una risposta. E di questo ho informato il ministero dell’Interno“. Cosi’ il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta replica alle dichiarazioni del Capo Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, che ha definito inadeguata l’organizzazione della Regione a fronteggiare il fenomeno degli Incendi. “Il problema e’ che si tratta di Incendi dolosi – aggiunge Crocettala pericolosita’ della situazione l’ho rappresentata al ministero. In ogni caso la protezione civile in Sicilia sta operando perfettamente“.

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