Dal 2014 cinque potenziali blockbuster sono stati approvati nell’area della terapia dermatologica, e si prevede che entro il 2023 il fatturato annuo totale dei ‘magnifici 5’ toccherà quota 12,4 miliardi di dollari, secondo una stima di GBI Research. L’ultimo report ricorda che quattro dei cinque farmaci che guidano il mercato – Cosentyx*, Otezla*, Eucrisa* e Taltz* – sono stati approvati per la psoriasi e uno, Dupixent*, è diventato il primo (e unico) biologico per il trattamento della dermatite atopica. Dupixent* dovrebbe dunque affrontare una scarsa concorrenza e di conseguenza, secondo le previsioni, genererà il secondo fatturato più elevato di qualsiasi altro medicinale in questa area terapeutica. “In termini di pipeline – spiega Ross Wilkinson, analista associato di GBI Research – la dermatologia vanta 850 prodotti in sviluppo, la maggior parte in una fase precoce“. “I produttori biosimilari sono attratti dal settore, per via della scadenza del brevetto di una serie di prodotti di successo. Entro il 2023 si prevede che sul mercato saranno presenti risankizumab di AbbVie e guselkumab di Johnson & Johnson“, ma sulla via del successo troveranno “un certo numero di biologici di marca“. Tuttavia “la pipeline del settore è promettente per indicazioni minori, come acne vulgaris e epidermolisi bullosa“, afferma l’analista. In termini di panorama del mercato, l’area della dermatologia è dominata dalle prime 20 aziende farmaceutiche. Nel 2016 le aziende con un maggior successo commerciale nel settore erano Johnson & Johnson, AbbVie, Amgen, Novartis e Pfizer. Nel corso del periodo oggetto dell’analisi queste compagnie continueranno a generare ingenti ricavi, anche se vedranno cambiare le loro quote di mercato. In particolare, secondo Wilkinson, “a fronte di alcune aziende per cui si prospetta una riduzione della quota di mercato, alcune società come Sanofi, Novartis e Eli Lilly” andranno in direzione opposta. In particolare, nel 2016 Sanofi aveva una quota di mercato dello 0,3%, ma dopo l’approvazione di Dupixent* “si prevede che diventerà la quarta società dell’area terapeutica” entro la fine del periodo in esame, con una quota di mercato del 10,3%.