La gestione dell’emergenza incendi è stata segnata “fino ad ora da troppi e ingiustificati ritardi a livello regionale e nazionale a partire dalle Regioni, che si sono mosse con troppa lentezza come dimostrano quelle più devastate dalle fiamme”. E’ quanto sottolinea Legambiente che nel ‘Dossier incendi’ fa il punto sui ritardi specie nelle Regioni più colpite dall’emergenza roghi, dal Lazio alla Campania, dalla Calabria alla Sicilia. “Il Lazio, con il 35,2% (605.859 ettari) di superficie regionale forestale, ad oggi è quarta regione per estensione dell’area interessata da incendi (1.635 ettari), non ha ancora approvato il piano Aib 2017 e solo a giugno ha definito e sottoscritto l’apposita convenzione con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, per lo svolgimento delle essenziali funzioni ad esso delegate, per una somma complessiva circa 2.300.000 euro – osserva Legambiente – La Campania, che ha ben il 32,7% della superficie regionale coperta da boschi e foreste, con un’estensione totale di 445.274 ettari e ad oggi gli ettari percorsi dal fuoco sono ben 2461 (al 12 luglio), oltre a non aver approvato il Piano Aib 2017, non ha neanche definito e sottoscritto l’apposita convenzione con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, per lo svolgimento delle essenziali funzioni ad esso delegate”. “Solo in questi ultimi giorni ha emanato le ordinanze sugli incendi boschivi, trasferendo le competenze dall’assessorato all’agricoltura a quello alla Protezione Civile, senza però accompagnare il passaggio con un trasferimento di uomini e mezzi”, osserva l’associazione. “Ad oggi, inoltre, non risulta fatto anche il passaggio in cui avrebbe dovuto indicare il numero degli operatori impegnati nella lotta attiva agli incendi boschivi con relative fasce di età e in regola con la certificazione di idoneità fisica – prosegue Legambiente – Nessuna notizia sull’attivazione dei Centri operativi provinciali (Cop) per aumentare efficacia ed efficienza nel coordinamento degli interventi a scala territoriale locale”. “Da segnalare – aggiunge l’associazione ambientalista – i gravi ritardi di Sicilia e Calabria, nell’approvare il piano antincendio 2017. La Sicilia, che ha 338.171 ettari di foreste e boschi, il 13,1% della superficie regionale, se da una parte ha approvato, lo scorso 10 maggio 2017, il Piano Aib 2017, ad oggi però non ha ancora provveduto a definire e sottoscrivere l’apposita convenzione con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco; inoltre non si hanno notizie sull’attivazione dei centri operativi provinciali (Cop) per aumentare efficacia ed efficienza nel coordinamento degli interventi a scala territoriale locale”. “La Calabria, che ha il 40,6% della sua superficie regionale con circa 613.000 ettari di boschi e foreste, di cui, tra metà giugno e inizio luglio, ne sono bruciati 5826, ha approvato il piano Aib 2017 il 12 giugno 2017 e solo il 4 luglio scorso – sottolinea Legambiente – ha definito e sottoscritto l’apposita convenzione con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, per lo svolgimento delle essenziali funzioni ad esso delegate, destinando la somma complessiva di circa 700.000 euro”. “Non ha inoltre ancora indicato il numero degli operatori impegnati nella lotta attiva agli incendi boschivi con relative fasce di età e in regola con la certificazione di idoneità fisica”, prosegue. “La Puglia, con 491 ettari che rappresentano il 9,2% (179.040 ettari) della superficie regionale coperto da boschi e foreste, anche se è la regione che si è mossa con un po’ più di anticipo, approvando il piano Aib lo scorso 24 febbraio 2017, definendo e sottoscrivendo il 30 maggio l’apposita convenzione con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e stanziando la somma complessiva circa 2.000.000 euro – osserva – d’altra parte però ancora non risulta indicato il numero degli operatori impegnati nella lotta attiva agli incendi boschivi con relative fasce di età e in regola con la certificazione di idoneità fisica e non si hanno notizie dell’attivazione dei Centri Operativi Provinciali (Cop)”. Legambiente fa inoltre notare che le fiamme in queste settimane hanno raggiunto anche diverse aree protette, sempre più fragili e vulnerabili e “in sofferenza per il ritardo nell’aggiornamento de piani Aib dei parchi e delle riserve naturali dello Stato che deve predisporre il ministero dell’Ambiente, attraverso gli Enti Parco, e che poi devono essere assunti, d’intesa con le Regioni interessate, in apposita sezione nei rispettivi piani Aib delle rispettive Regioni”. “Allo stato attuale – conclude – risultano 13 piani Aib vigenti, otto con l’iter non ancora concluso e due Parchi (Stelvio e quello del Cilento e Vallo di Diano) con il piano antincendi recentemente scaduto e da aggiornare”.