“Nel momento in cui la situazione migliora, di notte si approfitta per appiccare altri roghi. Siamo a due chilometri di distanza in linea d’aria dal Vesuvio ma è evidente che su tutti e due i suoi lati ci sono ancora roghi dopo giorni“. A parlare all’Agenzia Dire e’ Virginia Varriale, cittadina di Torre del Greco e insegnante liceale nella vicina San Sebastiano al Vesuvio. Dalle finestre della sua abitazione la situazione appare drammaticamente chiara. “È bruttissima l’immagine che si ha del Vesuvio altro che natura matrigna. Povera natura. È il genere umano che indigna sempre di piu’“, si sfoga la docente. Con il fumo e le fiamme si propagano anche i rumor piu’ diversi.
E le paure dei cittadini diventano tangibili. “Basti pensare – prosegue Varriale – alle voci che gli incendi sono dolosi, che coinvolgono rifiuti tossici e che sono stati propagati dando fuochi ad animali vivi”. Un perche’ a tutto questo e’ difficile da individuare. “Non sappiamo quali siano i fini ultimi ma l’aria qui sta diventando irrespirabile e non sappiamo se a lungo andare ci saranno problemi per la salute pubblica“, spiega. Ma le preoccupazioni dei cittadini non sono solo per l’immediato. “D’inverno, con gli acquazzoni che si verificano potrebbe venir giu’ un pezzo di montagna con tutte le abitazioni che ci sono sotto. L’uomo – ribadisce – e’ artefice di tutto questo“. La situazione in tutta l’area vesuviana si aggrava con il fumo e la puzza acre di bruciato che invade le case.
“Questa notte – spiega la professoressa – a causa del caldo era difficile dormire con le finestre chiuse e la puzza di bruciato e’ entrata in casa”. Intanto a Poggiomarino, come in tutte le zone piu’ interne, da questa mattina i cittadini sono sotto una pioggia di cenere e avvolti da una nube densa di fumo.