L’uragano “Eugene” nella giornata di ieri ha subito una rapida intensificazione, trasformandosi in un ciclone tropicale di 3^ categoria sulla scala Saffir-Simpson, nel bel mezzo del Pacifico orientale, nel tratto antistante le coste messicane. In questo periodo dell’anno la formazione delle tempeste tropicale e degli uragani è agevolata dal considerevole sollevamento verso nord dell’ITCZ che sta contribuendo a rinforzare il flusso monsonico davanti le coste dell’America centrale, con l’attivazione di una moderata ventilazione meridionale che si propaga fino ai 7° – 8° di latitudine nord. Questi sostenuti venti meridionali sono collegati al flusso dell’Aliseo di SE (attivo nell’emisfero australe), che dopo aver oltrepassato la linea dell’equatore, a causa dell’innalzamento di latitudine dell’ITCZ, irrompono sull’emisfero boreale, con una ventilazione da Sud e S-SO, che sale di latitudine (fino ai 10° di latitudine nord), piegando più da SO, e tende ad interagire e a convergere con le correnti orientali, legate all’Aliseo di NE (sull’emisfero boreale), in uscita dalle alture dell’America centrale.
L’interazione fra gli Alisei dei due emisferi sta agevolando lo sviluppo di importanti moti rotatori nei bassi strati, che strutturandosi anche alle quote superiori della troposfera e associandosi all’intensa attività convettiva che caratterizza l’ITCZ, potranno successivamente evolvere in vere e proprie circolazioni depressionaria tropicali, capaci di trasformarsi in depressioni o tempeste tropicali, anche di grosse dimensioni. Attualmente la tempesta tropicale “Eugene” si trova posizionata in mezzo al Pacifico orientale, a largo delle coste del Messico centro-settentrionale. “Eugene” transitando su un vasto tratto di acque superficiali piuttosto calde ha subito una rapida intensificazione, riuscendo a trasformarsi in un insidioso uragano di 2^ categoria sulla scala Saffir-Simpson. Nonostante ciò il sistema tropicale non dovrebbe rappresentare alcun tipo di minaccia per le terre emerse.
Solo le navi che passeranno vicino all’area perturbata potranno risentire un po’ del moto ondoso, piuttosto importante, sollevato dalle tempeste prodotte dal ciclone. Osservando attentamente le ultime moviole satellitari notiamo come il nucleo centrale della tempesta sia caratterizzato da un’area piuttosto vasta di profonda convenzione che continua a favorire lo sviluppo di imponenti annuvolamenti cumuliformi, che stanno dispensando forti rovesci di pioggia e temporali molto intensi, relegati fortunatamente in mezzo al Pacifico orientale. Ma la forza di “Eugene” è rappresentata dal vasto tratto di acque calde che circondano il sistema depressionario, presentando valori prossimi ai +29°C +30°C. Questo calore latente, fornito dalle calde acque superficiali del Pacifico orientale, che presentano valori sui +29°C +30°C, intensificherà notevolmente la circolazione ciclonica tropicale, favorendo un vero e proprio tracollo del minimo barico centrale nei pressi dell’occhio centrale. La tempesta, inoltre, sta scorrendo su un’area caratterizzata da bassi valori di “Wind Shear” in quota che non intaccheranno il processo di “autoalimentazione”, indispensabile per la tenuta in vita della profonda circolazione ciclonica tropicale.
L’aria calda e la forte umidità, fornita dalle calde acque superficiali del Pacifico orientale, continueranno a far esplodere l’attività convettiva attorno i vari lati della tempesta, favorendo lo sviluppo di enormi nubi torreggianti a spirale che scaricheranno violente precipitazioni nel tratto di oceano antistante le coste messicane. Le ultime immagini satellitari già mettono in evidenza una struttura dalla prevalente forma spiraliforme che evidenzia l’evoluzione dallo status di tempesta tropicale a quello di ciclone tropicale. Anche se negli ultimi loops si evidenziava lo sviluppo di un po’ di nuvolosità anche all’interno dell’occhio centrale, segno di un lento indebolimento della struttura vorticosa.
Nel corso della giornata di domani la tempesta dovrebbe cominciare a muoversi verso nord-ovest. Risalendo gradualmente verso nord, manterrà lo status di uragano di 2^ categoria, con venti medi sostenuti che lambiranno punte di 150-160 km/h nell’area attorno l’occhio centrale della perturbazione. Solo da mercoledì, quando “Eugene” si muoverà verso nord-ovest, verso acque superficiali sempre più fredde a largo della Baja California, il sistema, facendo i conti con un “Wind Shear” in quota sempre più intenso, comincerà gradualmente a perdere vigore, indebolendosi rapidamente in una tempesta tropicale che da martedì sarà declassata in una depressione tropicale attiva davanti le coste occidentali della Baja California.