Un’ascia con lama di rame ‘made in Toscana‘ per Ötzi. L’ultima scoperta degli scienziati sull’Uomo venuto dal ghiaccio apre nuove affascinanti ipotesi sugli scambi commerciali che avvenivano millenni e millenni fa. Il corpo mummificato ritrovato ormai più di 25 anni fa continua a parlare di sé. Restituito alla vista – con tutto il suo corredo di utensili e il ‘guardaroba’ – dal ritiro dei ghiacci dell’Alta Val Senales i resti dell’uomo vissuto in piena Età del Rame, oltre 5 mila anni fa, vennero ritrovati da due escursionisti tedeschi. E da allora il lavoro dei ricercatori non si è mai fermato. Ötzi – vezzeggiativo derivato dal luogo del ritrovamento, l’Ötztal – è oggi conservato al Museo archeologico dell’Alto Adige di Bolzano, in una teca dove sono ricostruite artificialmente le condizioni climatiche che hanno consentito la sua incredibile conservazione. Le ultime scoperte scientifiche sulla sua vita e sul contesto in cui viveva – sulla nostra stessa storia – sono state pubblicate ieri sulla rivista ‘Plos One’. Al centro del lavoro il minerale di rame dell’ascia di Ötzi che, affermano gli autori dello studio, proviene dalla Toscana meridionale. Il gruppo di archeometallurgia dell’università di Padova, costituito da Gilberto Artioli (Dipartimento Geoscienze), Ivana Angelini (Dipartimento Beni Culturali), Caterina Canovaro e Gregorio dal Sasso (Dipartimento Geoscienze), in collaborazione con Igor Villa (università di Milano Bicocca) e Günther Kaufmann (Museo archeologico dell’Alto Adige) ha presentato le prime analisi complete. E i nuovi dati confermano connessioni a lunga distanza tra le culture eneolitiche dell’Italia centrale e quelle a nord degli Appennini, fino alle popolazioni dell’arco alpino meridionale, a cui appartiene anche l’Uomo venuto dal ghiaccio. L’individuazione della provenienza del metallo, sottolineano gli scienziati, è stata piuttosto sorprendente dal momento che fino ad oggi gli archeologi avevano presupposto per il rame utilizzato nell’area alpina un’origine da giacimenti alpini (Alto Adige, Trentino, Austria, Germania o Slovacchia) o balcanici (Serbia, Bulgaria). È ancora da chiarire se l’Uomo venuto dal ghiaccio abbia acquisito il metallo grezzo o invece una lama già forgiata. Oltre all’ascia di Ötzi, lo studio mette in relazione il rame dell’ascia con una coeva attività metallurgica in Toscana. E adesso ulteriori progetti di ricerca ricostruiranno le vie commerciali eneolitiche fino all’area alpina. L’ascia di rame dell’uomo dei ghiacci, ricordano gli autori dello studio, è finora in tutto il mondo il più antico esemplare eneolitico rinvenuto integro (completo di manico, lama, strisce di pelle e catrame di betulla). Recuperata 25 anni fa insieme agli altri oggetti del corredo, ha permesso di ricostruire informazioni sulla metallurgia dell’età del Rame. Il manico in legno ha consentito di ottenere, con il metodo del radiocarbonio (14C), una datazione assoluta del manufatto, risalente al 3346-3011 a.C. Grazie a un microprelievo del metallo è stato possibile effettuare analisi chimiche (all’università di Padova) e isotopiche (in collaborazione con l’ateneo di Berna), i cui risultati hanno rivoluzionato le tradizionali ipotesi sul commercio del rame nell’area alpina nel IV millennio a.C. I dati raccolti “mostrano inequivocabilmente” che il metallo dell’ascia di Ötzi proviene “dalla Toscana meridionale“, perché giacimenti cupriferi di questa zona presentano infatti una variazione dei rapporti isotopici del piombo unica nel suo genere, che li distingue da tutti gli altri depositi noti in Europa e nell’area mediterranea. Questa composizione si riscontra, immutata, anche nell’utensile colato. L’origine toscana del rame è congruente con altri nuovi dati del gruppo di ricerca – che documentano l’estrazione di minerale cuprifero e la produzione di utensili in rame nell’area in questione nell’Eneolitico iniziale (Campiglia Marittima) per lo stesso periodo – e getta una nuova luce sulla diffusione del materiale e sulle relazioni socio-economiche e culturali nell’Età del rame. I dati chimici e isotopici non consentono di stabilire se il rame venisse commercializzato in forma grezza (lingotti) o se invece venissero scambiati oggetti finiti come la lama d’ascia. Confronti tipologici con manufatti analoghi rinvenuti in Italia centrale suggeriscono che Ötzi potrebbe essere venuto in possesso della lama già forgiata. Sulla base delle nuove conoscenze, ulteriori progetti di ricerca archeologica studieranno ora da un punto di vista metallurgico la diffusione e le vie commerciali di asce eneolitiche dall’Italia centrale alla regione alpina.