Salute: gengivite per 23 milioni di italiani, solo il 57% si rivolge a un esperto

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In Italia 23 milioni di persone soffrono di infiammazioni gengivali, un problema spesso non riconosciuto e fortemente sottovalutato: la gengivite viene infatti percepita come poco rilevante per la salute generale della bocca e l’infiammazione o il sanguinamento delle gengive vengono attribuiti solo in misura minore alla cura dell’igiene orale, e solo il 57% di chi ne soffre chiede consiglio sul proprio disturbo a un esperto. E’ quanto emerge da un’indagine condotta dall’istituto di ricerca GfK e promossa da Gsk Consumer Healthcare. L’indagine rivela che tra i disturbi del cavo orale la gengivite è tra i problemi più diffusi con un 65% di incidenza tra gli intervistati, che spesso riconoscono questa condizione solo quando vengono suggeriti esempi o situazioni concrete legate al disturbo, come ad esempio notare la presenza di sangue durante lo spazzolamento dei denti. Oltre a questo disturbo, l’indagine evidenzia come la bocca sia un punto particolarmente debole della nostra salute: 8 intervistati su 10 hanno affermato di soffrire di almeno un disturbo a livello del cavo orale e, oltre all’infiammazione gengivale, è la sensibilità dentinale a colpire con maggior frequenza (48%), mentre problemi di placca e tartaro interessano il 42% degli intervistati. “L’indagine sottolinea una sostanziale mancanza di conoscenza e consapevolezza del disturbo – osserva Isabella Cecchini, direttore del Dipartimento ricerche sulla salute di GfK – esiste infatti una percentuale di popolazione che non riconosce affatto il proprio problema e, a questa, si aggiunge una generale scarsa preoccupazione per gli effetti che le infiammazioni gengivali possono avere sulla propria salute orale. Questi disturbi vengono valutati come poco rilevanti o, meglio, come poco preoccupanti se paragonati ad altre problematiche del cavo orale e attribuiti solo in misura minore a una cura non adeguata della propria igiene orale“. “Tra le principali cause attribuite alla gengivite – specifica Cecchini – gli intervistati citano lo spazzolamento troppo forte (27%) e il naturale processo di invecchiamento (21%); solo al terzo e quarto posto vengono identificate delle cause collegate direttamente alle proprie abitudini, quindi un’igiene orale scarsa o superficiale (19%) e la mancanza di una regolare pulizia professionale (15%). Questa percezione influenza la routine quotidiana di igiene orale, già forse poco corretta, e si ripercuote sul quadro di salute della propria bocca“. “Il dentista e l’igienista dentale – conclude il direttore Dipartimento ricerche salute GfK- sono le figure di riferimento per il trattamento generale dei problemi gengivali, ma un 43% degli intervistati preferisce affidarsi al consiglio di amici o parenti, fare ricerche autonome sul web oppure non chiedere affatto“. L’indagine rileva infine anche un aspetto incoraggiante: 2 persone su 3 vanno dal dentista almeno una volta l’anno. Una percentuale significativa che però convive con un 9% che dichiara di non andare mai dal dentista.

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