Sanità: 330 trapianti e 102 casi umanitari dall’estero, il bilancio del Bambino Gesù

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Ben 339 trapianti di organi e tessuti, 9.600 malati rari diagnosticati e assistiti, 93.120 notti gratuite garantite a 3.700 famiglie e 102 casi umanitari di pazienti stranieri presi in carico. Sono solo alcuni dei numeri dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, che presenta per il secondo anno consecutivo la Relazione sanitaria e scientifica 2016 presso la Pontificia Accademia delle Scienze. “L’ospedale – sottolinea la presidente Mariella Enoc – mette questi dati a disposizione della comunità scientifica, delle istituzioni pubbliche e in particolare della Santa Sede, certamente con la soddisfazione dei risultati raggiunti, ma anche con la consapevolezza e l’umiltà di riconoscere che nessuno è padrone della vita. Dietro tanti numeri, ci sono ragazzi curati e spesso salvati, malattie senza nome diagnosticate e tanti bambini che non avrebbero potuto ricevere nessuna cura se l’Ospedale Bambino Gesù non avesse aperto le porte e non avesse aperto il cuore“. La struttura del Gianicolo è l’unico ospedale pediatrico europeo dove si effettua ogni tipo di trapianto oggi esistente: nel 2016 questi interventi hanno segnato un aumento del 4% rispetto all’anno precedente. Sono stati effettuati 167 trapianti di midollo, 67 homegraft, 29 di rene (di cui 8 da vivente), 26 di fegato (di cui 2 da vivente), 22 di cornea, 12 di cuore (a cui si sommano i 9 impianti di cuore artificiale), 11 di membrana amniotica e 5 di polmone. Sono invece 9.600 i bambini e i ragazzi affetti da malattie rare seguiti dall’ospedale: si tratta della più ampia casistica nazionale, non solo a livello pediatrico. Percorsi basati sull’appropriatezza clinica hanno portato a triplicare negli ultimi 5 anni il numero di casi trattati in chirurgia ambulatoriale pediatrica (2.095 nel 2016), con la stessa efficacia assistenziale del ricovero, minore stress per il paziente e minori costi per l’ospedale e il sistema sanitario. Il numero di ricoveri inappropriati, segnalano dalla struttura, è sceso sensibilmente passando dal 26% del 2012 al 7% del 2016. La sempre maggiore specializzazione nell’alta complessità ha fatto sì che il peso medio dei ricoveri (un indicatore del livello di complessità delle patologie trattate) nel 2016 fosse di 1,04, contro una media nazionale di 0,80. La presa in carico di pazienti con casistiche sempre più complesse aumenta anche il rischio di infezioni ospedaliere. Eppure, nonostante l’aumento dell’alta complessità, l’ospedale ha ridotto drasticamente il tasso di prevalenza delle infezioni, passando dal 7,6% del 2006 all’1,8% del 2016 (-76% in 10 anni), “numeri inferiori alla media degli ospedali europei e americani“. Nel 2016 sono stati registrati 80.015 accessi al Pronto soccorso (di cui 412 trasporti d’emergenza neonatale e 81 elitrasporti) e 1.696.279 prestazioni ambulatoriali (+50% negli ultimi 5 anni), con 27.058 tra procedure chirurgiche e interventistiche. Sono stati 26.947 i ricoveri ordinari, il 28% dei quali per pazienti provenienti da fuori regione e il 13,5% per bambini di nazionalità straniera. “Fra i risultati di particolare rilievo raggiunti durante l’ultimo anno mi fa particolarmente piacere la conferma dell’accreditamento istituzionale delle sedi di Palidoro e Santa Marinella – evidenzia il direttore sanitario Massimiliano Raponi – Le commissioni di verifica delle Asl, dopo approfondite valutazioni e sopralluoghi, hanno attestato la conformità delle sedi ai requisiti autorizzativi e di accreditamento. Sottolineiamo inoltre l’adozione di una innovativa tecnica per il trapianto di midollo dai genitori che, mediante l’introduzione di un cosiddetto ‘gene suicida’, abbatte i rischi di mortalità“. Non solo piccoli pazienti, ma anche famiglie: sono 200 le stanze messe a disposizione gratuitamente ogni giorno per i familiari dei piccoli pazienti che vengono da fuori Roma, grazie a una rete di solidarietà formata da case famiglia, istituzioni non profit, associazioni di albergatori. Nel 2016 sono state assicurate 93.120 notti a circa 3.700 nuclei famigliari. Per le famiglie straniere che hanno i figli ricoverati sono state attivate 6.500 mediazioni culturali in 43 lingue diverse (+97% rispetto all’anno precedente). Le famiglie seguite dai servizi sociali del Bambino Gesù sono state 2.150. Le associazioni di genitori e di volontariato accreditate sono 122, coinvolte a diverso titolo nella formazione e nella pianificazione dell’attività sanitaria; 28.500 i bambini coinvolti nei progetti ricreativi delle ludoteche; 3.500 gli alunni della ‘scuola in ospedale’. Grazie alla presenza di insegnanti di ogni ordine e grado, i reparti del Bambino Gesù possono essere considerati un vero istituto scolastico dove seguire le lezioni e sostenere gli esami di fine anno. “La bontà di questi dati potrebbe inorgoglirci – afferma la presidente Enoc – Invece tutti noi li guardiamo innanzitutto con riconoscenza per quanto ci è stato concesso di fare, consapevoli che non è così importante essere i primi o i secondi nei volumi di attività o nella produzione scientifica: è importante sapere che qui si studia, si cura e si condivide la vita in un ospedale un po’ speciale. Un ospedale il cui spirito è quello che il Santo Padre ci ha ricordato nell’udienza di fine anno: ‘Dare il meglio di sé a vantaggio di tutti. Allora il lavoro, nonostante tutte le difficoltà, diventa un contributo al bene comune, a volte addirittura una missione’. E questo – conclude – vale soprattutto per chi come noi ha a che fare con persone deboli, con bambini malati“.

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