“E’ finito il tempo delle cicale: bisogna mettersi in testa di fare le formiche. E’ vero che la crisi idrica segue ad un anno di eccezionale ridotta piovosita’. Ma gli effetti sono moltiplicati dal mancato studio dei fenomeni atmosferici (la Siccita’ e’ ciclica) e dalla mancata predisposizione di interventi efficaci nei periodi di vacche grasse, cioe’ quando l’acqua c’e’. Al solito gli italiani sono spreconi: consumano 240 litri/giorno pro capite per usi civili contro la media di 180 del nord Europa, ben piu’ ricca di acqua di noi. Sono stati fatti studi sulla ciclicita’ delle precipitazioni? Si e’ fatto qualcosa per riparare le condotte che determinano la perdita dal 40 al 50% dell’acqua? Gli invasi artificiali sono sufficienti o bisogna farne degli altri? Le dighe sono tutte collaudate fino al massimo invasabile? Ci sono standard di proporzione d’uso tra usi civili, agricoli ed industriali? Si fa sempre la depurazione ed il riciclo agricolo/industriale delle acque reflue? E soprattutto, perche’ non si e’ fatta e non si fa una capillare, profonda e continua sensibilizzazioni, fin dai primi anni di scuola, al risparmio dell’acqua negli usi civili, agricoli ed industriali? No: non e’ cosi’ che si agisce dinanzi ad un elemento cosi’ prezioso come l’acqua: non infinito, scarso, consumabile e da rispettare“: questo il testo del post su Facebook del segretario nazionale dell’Italia dei valori, Ignazio Messina.