Combattere le carestie e aumentare la produzione di cibo a livello mondiale, in particolare nei paesi africani. Un aiuto in questo senso arriva dalla ricerca: un team internazionale, coordinato dalla professoressa Manuela Giovannetti dell’Università di Pisa e dal professore Iver Jakobsen dell’Università di Copenhagen, ha scoperto il meccanismo attraverso il quale alcuni batteri benefici associati alle radici delle piante possono incrementare la crescita e l’assorbimento di fosforo già presente nel suolo. La ricerca, che ha riguardato in particolare le piante di mais, è stata appena pubblicata sulla rivista “Scientific Reports” del gruppo editoriale “Nature”.
“Le piante sono affamate di fosforo, lo richiedono in grandi quantità per una crescita ottimale – spiega la dottoressa Monica Agnolucci del team pisano – infatti il fosforo è un componente strutturale di biomolecole coinvolte in processi metabolici chiave, come la fotosintesi, la sintesi di DNA, RNA e fosfolipidi, la respirazione e il trasferimento di energia”.
“I risultati di questo studio dimostrano che alcuni dei microrganismi associati alle radici rappresentano una strategia vincente per lo sfruttamento e la mobilizzazione del fosforo presente nel suolo” ha sottolineato Manuela Giovannetti, leader del gruppo dell’Ateneo pisano.
“Basti pensare che l’uso di fertilizzanti a base di fosforo è aumentato da 5 a 20 milioni di tonnellate dal 1961 al 2013 e che le riserve nel mondo si stanno esaurendo mentre la produzione di cibo, non solo in Italia, ma in tutta Europa, dipende totalmente dalle importazioni dai principali paesi produttori che sono Marocco, Cina e USA”.
I ricercatori pisani hanno condotto gli esperimenti nei laboratori dell’Università di Copenhagen, attrezzati con strumenti molto sofisticati che, attraverso l’uso del fosforo radioattivo, hanno permesso di seguire la dinamica di assorbimento di questo elemento da parte delle radici delle piante.
“Questo studio è anche l’inizio di una proficua collaborazione scientifica sul tema dei biofertilizzanti e biostimolanti – conclude Manuela Giovannetti – i nostri colleghi danesi sono entusiasti dei risultati ottenuti con i nostri i ceppi batterici e stiamo progettando nuove ricerche finalizzate a utilizzarli non solo per la crescita e la nutrizione delle piante ma anche per la produzione di alimenti vegetali ad alto valore salutistico”.