Caldo e sovraffollamento: la “miccia” per le aggressioni al pronto soccorso

MeteoWeb

Quando il pronto soccorso è sovraffollato il sistema va in overbooking e il rapporto di fidelizzazione tra utente e operatore sanitario viene a lacerarsi. L’aggressività raggiunge livelli altissimi“. Inoltre “con il caldo le patologie psichiatriche si riacutizzano e gli accessi in pronto soccorso aumentano: il paziente può perdere le staffe e aggredire chi ha intorno, anche altri utenti“. Così la presidente della Società italiana di medicina d’emergenza e urgenza (Simeu), Maria Pia Ruggeri, a proposito dei recenti episodi di aggressione che hanno coinvolto operatori sanitari e pazienti nei pronto soccorso italiani.
L’aggressività e la mancanza di sicurezza nelle strutture per gli operatori sanitari e l’elevata conflittualità da parte degli utenti trovano terreno fertile in un pronto soccorso sovraffollato“, aggiunge Ruggeri, che fornisce alcuni dati raccolti dalla Simeu relativi al sovraffollamento e alle strutture dotate di un Piano per la gestione del fenomeno nel 2016.
Abbiamo censito 218 strutture di medicina e chirurgia di urgenza e accettazione (53 pronto soccorso, 111 dea di primo livello e 54 dea di secondo livello) – spiega all’Adnkronos Salute – il 35% di tutto il territorio nazionale. Nel 63% delle strutture esaminate si è verificata almeno un’aggressione fisica nei confronti di operatori sanitari e nel 50% dei casi questi episodi si sono verificati nei Dea di primo e secondo livello, i più affollati“.
Il sovraffollamento è una malattia cronica dei pronto soccorso – aggiunge la presidente Simeu – Le risorse professionali sono sempre uguali, sia che arrivino 100 o 200 malati. Il sistema viene a crollare e la conflittualità aumenta perché il personale non è sufficiente a gestire chi arriva e chi resta“.
Per capire, però, con più precisione se gli episodi di aggressione quest’anno siano aumentati, diminuiti o rimasti stazionari “bisognerà aspettare la fine dell’estate, adesso siamo in pieno periodo di ferie e taglio dei posti letto negli ospedali“, conclude.

Condividi