Mentre l’Italia continua a fare i conti con le ondate di calore, intervallate da brevi ma intense manifestazioni temporalesche, nell’emisfero australe l’inverno ha già ingranato la marcia sfornando, in queste ultime settimane, le prime intense ondate di freddo della stagione fra il Cile meridionale e l’Argentina. Il progressivo raffreddamento del Plateau antartico ha favorito una notevole intensificazione del flusso delle “westerlies”, gli impetuosi venti occidentali che scorrono ininterrottamente attorno i mari antartici, sotto la spinta dei profondi cicloni extratropicali australi, generando grandi tempeste oceaniche con onde che possono raggiungere i 13-14 metri. Proprio durante le scorse settimane una serie di ondate di freddo, con aria d’estrazione polare marittima, hanno investito il sud del Cile e l’estremo settore meridionale dell’Argentina, portando bruschi raffreddamenti, spesso accompagnati da venti burrascosi dai quadranti meridionali e da nevicate, anche abbondanti, che nelle coste meridionali della Terra del Fuoco si sono spinte fino a livello del mare.
Queste ondate di freddo, in realtà del tutto normali per il periodo, sono state agevolate anche dal particolare contesto sinottico che si è venuto a realizzare sul continente sud-americano, con la presenza di un solido promontorio anticiclonico di blocco sul Pacifico meridionale, posizionato con massimi barici di oltre i 1040 hpa davanti le coste del Cile meridionale. Questa robusta impalcatura anticiclonica davanti la costa cilena convoglia, dal suo margine più orientale, masse d’aria molto fredde e umide che dai mari sub-antartici si dirigono verso il Cile meridionale, la Terra del Fuoco e la Patagonia. Al contempo, poco più ad est, l’influenza di una profonda area depressionaria sull’Atlantico meridionale, costringe l’aria fredda, proveniente dai mari sub-antartici, a risalire ulteriormente di latitudine, fino in direzione dell’Argentina centro-meridionale.
Come capita sovente l’ingresso dell’aria fredda viene preceduto da intensi fronti freddi che risalgono dal Pacifico meridionale, raggiungendo lo Stretto di Drake e la Terra del Fuoco, dove vi apportano intense nevicate, fino a livello del mare, spesso accompagnate da venti impetuosi da Sud, S-SO e SO. Durante il passaggio del nucleo di aria molto fredda proveniente dai mari sub-antartici il temporaneo abbassamento della quota dello “zero termico” fino a livello del mare permette alle precipitazioni di assumere prevalente carattere nevoso fino al piano. Non per caso rovesci di neve, a tratti anche intensi e accompagnati da forti e gelide raffiche da O-SO e SO, hanno interessato pure la città di Ushuaia, il luogo abitato più australe della Terra.
Sulla città più importante della Terra del Fuoco, nei prossimi giorni, con il passaggio di nuovi fronti freddi provenienti dal Pacifico meridionale, si potrebbero registrare nevicate anche di moderata e forte intensità. Sulle Ande meridionale, in particolare sul versante cileno esposto allo “stau” dei forti venti occidentali carichi di umidità provenienti dal Pacifico meridionale, le nevicate potrebbero divenire veramente abbondanti, causando non pochi disagi. Le nevicate, sull’estrema punta meridionale della costa cilena si potranno spingere fino a livello del mare. Sulla Patagonia i forti venti occidentali, in discesa con turbolenti raffiche dalle Ande meridionali, determineranno una importante “ombra pluviometrica” che inibirà la formazione di nubi significative e precipitazioni.
Generalmente parte di quest’aria molto fredda che invade il Cile meridionale e il sud dell’Argentina tende a risalire verso nord, attraversando l’Argentina centrale fino al nord della Pampas e al Rio de Plata. Risalendo verso nord l’aria fredda di origine polare marittima verrà a contatto con le masse d’aria molto più calde e umide preesistenti sopra il nord dell’Argentina e l’Uruguay.
L’aria fredda che incalzerà velocemente da S-SO e da Sud poi va a scontrarsi con i più caldi venti da Nord e da NO, che dall’arida regione del Chaco e dagli altopiani brasiliani del Mato Grosso e del Minas Gerais soffieranno in direzione dell’Argentina settentrionale e dell’Uruguay, scorrendo lungo il bordo occidentale dell’anticiclone di Sant’Elena (anticiclone sub-tropicale dell’Atlantico meridionale). Lungo la linea di confluenza fra l’aria fredda, di origini sub-antartiche, che risale da Sud, e le masse d’aria sub-tropicali molto più calde in discesa da NO e Nord, si svilupperà una intensa attività convettiva che agevolerà la formazione di imponenti annuvolamenti cumuliformi torreggianti (grossi cumulonembi temporaleschi) pronti a dare la stura a forti temporali, con annessi rovesci di pioggia, attività elettrica, grandinate e impetuosi “downbursts” nelle Celle temporalesche più intense.