Perseidi: cosa sono le “lacrime di San Lorenzo”

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Come ogni anno, ritorna puntuale l’appuntamento con le popolari “lacrime di San Lorenzo”, meglio note come Perseidi; un evento astronomico capace di suscitare sempre curiosità e interesse presso il grande pubblico, complici il periodo estivo e le vacanze, magari trascorse sotto un cielo limpido e buio.

Il termine “stelle cadenti” è quanto mai improprio. Le scie luminose che solcano il cielo non possono essere “stelle” in caduta libera poiché le stelle sono corpi enormi e caldissimi, composti principalmente da idrogeno ed elio, che terminano le loro lunghissime vite esplodendo o spegnendosi in modo violento e spettacolare.Il primo a scoprire cosa fossero, in realtà, le stelle cadenti, fu Giovanni Virginio Schiaparelli, famoso astronomo piemontese, per molti anni direttore dell’osservatorio astronomico di Brera che, nel 1866, dopo accurati calcoli, correlò la pioggia di stelle che, annualmente si verifica attorno al 10 agosto, con il passaggio della cometa Swift-Tuttle, avvenuto nel 1862.

PERSEIDI 2La teoria di Schiaparelli, poi rivelatasi esatta, ipotizzava che le comete, durante il loro viaggio intorno al Sole, lasciasssero dietro di sé detriti quali pezzi di ghiaccio, sassolini, polveri.Quando la Terra, nel suo moto di rivoluzione attorno al Sole, attraversa quelle zone in cui una cometa ha precedentemente lasciato i suoi detriti, questi penetrano nell’atmosfera terrestre ad altissima velocità ed evaporano a causa del forte attrito, lasciando quelle scie luminose, a volte colorate, che noi ammiriamo con stupore: le “stelle cadenti”, il cui nome corretto è meteore.

Pur nella ricorrenza del fenomeno, non tutte le “annate” sono uguali. Il numero di meteore effettivamente visibili, rimanendo comunque sempre interessante (con almeno 50 meteore all’ora a ridosso del massimo), conosce sensibili fluttuazioni. In primo luogo, le piogge più intense sono quelle prossime al ritorno della cometa, che rifornisce la propria traiettoria di polvere “fresca”. Inoltre, può accadere che nel periodo di massima attività delle Perseidi sia presente la Luna, magari prossima alla fase piena, con un pesante effetto negativo sulla visibilità delle meteore. Ad esempio, nel 2014, proprio intorno alla data del massimo, essa era visibile per tutta la notte, risultando così fatalmente invadente.

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