I ricercatori hanno appositamente progettato e generato degli zebrafish, animali che per le loro caratteristiche, risultano essere uno strumento ideale per analizzare e studiare il sensore dell’ossigeno che si trova all’interno delle cellule e che e’ in grado di riprogrammare il metabolismo in risposta alla diminuzione della diponibilita’ di ossigeno nell’ambiente intracellulare. Utilizzando questo nuovo approccio in-vivo, il team di ricercatori ha analizzato l’effetto di circa 2000 farmaci gia’ presenti nel repertorio farmaceutico su larve di zebrafish ingegnerizzate. Considerando il coinvolgimento cruciale della mancanza di ossigeno in molti processi patologici, tra cui l’ischemia, l’ictus, le lesioni del midollo spinale, l’anemia cronica, la capacita’ di attivare la via di risposta all’ipossia con farmaci gia’ disponibili potrebbe essere in un prossimo futuro di grande aiuto nel trattamento di una varieta’ di condizioni patologiche molto diffuse nella popolazione umana”.