“Non bastava l’orso a danneggiare gli allevatori vicentini. A infliggere un altro duro colpo all’economia montana è, ora, la siccità. A causa della grande calura che ha segnato l’estate 2017, nei pascoli delle montagne vicentine è venuta a mancare l’erba, il principale nutrimento per le vacche che pascolano ad alta quota. L’erba dei prati è tutta secca e le vacche non la mangiano. Anche quella nuova, a causa delle alte temperature e della carenza idrica, stenta a crescere. Per far fronte all’emergenza, in questi giorni gli allevatori hanno iniziato a portare balle di fieno dalla pianura alla malga, con costi elevati che pesano sui già precari equilibri finanziari degli allevatori, colpiti da anni di crisi“. Confagricoltura Veneto ha scritto all’assessore regionale all’Agricoltura, Giuseppe Pan, segnalando la situazione, “altamente critica, chiedendo lo stato di calamità in modo che gli allevatori possano demonticare e portare a casa il bestiame”.
“I regolamenti comunitari impongono, infatti, un obbligo di monticazione (allevamento) di almeno tre mesi, pena la revoca degli aiuti in caso di inadempienza. Sono giunte numerose segnalazioni dai nostri associati – spiega Massimo Cichellero, direttore di Confagricoltura Vicenza –, di difficoltà non solo di alimentazione nei pascoli malghivi, ma anche si somministrazione di acqua“.