Siccità, l’antropologa: i riti legati alla pioggia tramandati sin dalle prime società agricole

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Tutti i riti legati alla pioggia, i riti di fecondità cominciano con l’apparire delle prime società agricole, quando l’uomo si stabilizza e diventa agricoltore. E’ in quel momento – spiega all’Adnkronos è Roberta Rubino, dottore in Antropologia all’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi – che si accentua la sua dipendenza nei confronti della natura. I riti si affermano dunque con la sedentarizzazione, la fine del nomadismo“. “Dove c’è agricoltura, c’è rito. Più è alta la dipendenza dell’uomo dalla natura più i mezzi ricercati per apprendere i favori della natura si moltiplicano“. “In Africa sono legati all’organizzazione anche politica delle società basate sul clan. Con questi riti si cerca di entrare in contatto con gli antenati che nel loro mondo oltre la vita procureranno piogge e fertilità“. “I riti hanno una valenza politica importante, perché sono anche la dimostrazione della capacità di controllo di una società su se stessa. Facendo magicamente piovere si risolve un problema della società, e quindi la persona che è stata designata da un gruppo come responsabile di quel rito assume automaticamente un’importanza di carattere politico“. “Questi riti magici hanno il potere di stabilire le autorità all’interno delle società“.

Le persone sapevano bene che in un certo periodo dell’anno avrebbe piovuto, e quindi quel rito in realtà serviva come una dimostrazione di una conoscenza di fronte a una società che doveva accettare anche la loro autorità politica. E così la capacità di anticipare un fenomeno naturale che comunque i più anziani conoscono perché vivono nel territorio, e sono delle conoscenze che si tramandano poi nel clan, diventa la dimostrazione di un potere rispetto alla società che guarda“.

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