La nave da ricerca OGS Explora dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste va in missione nel Canale di Sicilia e nel Golfo di Taranto, da oggi 25 agosto fino al 10 settembre, per due campagne del progetto FASTMIT: FAglie Sismogeniche e Tsunamigeniche nei Mari Italiani. Saranno impegnati a bordo ricercatori e tecnici di OGS e di altri enti di ricerca nazionali e internazionali (INGV, Università del Sannio, Università di Malta, Università del Mississippi) e studenti di dottorato della Doctoral School Environmental and Industrial Fluid Mechanics di Trieste (ESFM).
“Con la nostra attività vogliamo approfondire la conoscenza e raccogliere informazioni sulle strutture tettoniche nei mari che bagnano l’Italia, in particolare in alcune aree campione (Nord Adriatico, Golfo di Taranto, Canale di Sicilia e Mar Tirreno meridionale)” spiega la coordinatrice di FASTMIT, la geofisica di OGS Giuliana Rossi. I risultati saranno preziosi per la definizione della pericolosità da terremoto e tsunami che caratterizzano le aree costiere italiane, particolarmente critiche per l’alta densità abitativa e la concentrazione di infrastrutture classificate come RIR (Rischio di Incidente Rilevante) nelle recenti mappe dell’ISPRA; per fini normativi (relativi all’edilizia e in generale alla pianificazione territoriale); per le stime locali di pericolosità e rischio associate all’estrazione di idrocarburi, in corso o pianificate, in acque nazionali (Adriatico, Ionio, Stretto di Sicilia) e dei paesi del Mediterraneo centrale (Croazia, Grecia, Nord Africa).
“L’Italia e i mari che la circondano rappresentano l’evoluzione del margine tra le placche europea e africana, e in quanto tali sono sede di intensa attività geodinamica. Tuttavia, permangono ampi vuoti conoscitivi che puntiamo a colmare con questo progetto, ampliando le conoscenze per le quattro aree di studio: i Golfi di Trieste, Venezia e Taranto e il Canale di Sicilia” precisa Silvia Ceramicola, responsabile della campagna che vedrà impegnata OGS Explora nel Golfo di Taranto dal 3 al 10 settembre.
“Il Canale di Sicilia è un’area marina poco conosciuta dal punto di vista morfologico, strutturale, e soprattutto sismologico, mentre molte delle strutture geologiche responsabili della sismicità nella zona del Golfo di Taranto sono controverse. È fondamentale quindi acquisire nuovi dati geologici e geofisici, di alta qualità, in queste due zone dei mari italiani” precisa Emanuele Lodolo, responsabile della campagna OGS Explora nel Canale di Sicilia dal 25 agosto al 1 settembre.
“FASTMIT, progetto premiale finanziato dal MIUR – aggiunge Maria Cristina Pedicchio, presidente dell’Istituto triestino – vede la collaborazione dei due principali enti nazionali (OGS e INGV) che operano nell’ambito dei rischi geologici a terra e a mare. E i risultati attesi forniranno un importante contributo alla conoscenza delle strutture sismogeniche dei mari che bagnano l’Italia: conoscenza che contribuirà a precisare meglio – e se necessario correggere – le stime della pericolosità sismica e da maremoto”.
Obiettivi principali del progetto:
- ottenere un chiaro elenco delle faglie nelle quattro aree offshore proposte (Adriatico, Golfo di Taranto, Canale di Sicilia, Tirreno meridionale), del grado di attendibilità della loro ubicazione, geometria e possibile attività recente
- integrazione del dataset geologico, geofisico e sismologico esistente con il dataset di nuova acquisizione
- classificazione delle faglie in termini di potenziale sismogenico e tsunamigenico nelle quattro aree di studio proposte;
Il prodotto finale del progetto sarà la mappa delle faglie a mare nelle aree studiate, e della loro classificazione in termini di potenzialità sismogenica e tsunamigenica. Questi dati andranno ad aggiornare e arricchire le banche dati DISS* (prodotto di rilevanza nazionale e di interesse strategico per il Dipartimento di Protezione Civile) e EDSF** (prodotto incluso nella piattaforma europea EPOS – European Plate Observing System – nel pilastro dedicato alla pericolosità e rischio sismico EFEHR). A queste banche dati si affiancano i risultati del monitoraggio sismico (nuova acquisizioni e rilocalizzazione di eventi passati) che andranno ad arricchire i cataloghi sismici esistenti.
“FASTMIT – conclude Pedicchio – assegna all’Italia un ruolo leader nello studio di un problema di interesse internazionale per tutti i Paesi che si affacciano sui mari in oggetto, a partire dai paesi del Nordafrica, ma anche per quei Paesi come Malta e Croazia che iniziano a porsi il problema del monitoraggio di attività antropiche potenzialmente sismogeniche nell’offshore”.
Alla campagna di studio che si effettuerà nel mar Ionio, nel Golfo di Taranto, grazie al contributo di OGS, parteciperanno anche due giovani ricercatori della Mediterranean Science Commission (CIESM). Lo scopo dell’iniziativa è quello di dare un’opportunità ai giovani ricercatori dei paesi CIESM di fare un’esperienza formativa a bordo di una nave da ricerca.
* Per quanto riguarda la conoscenza di faglie sismogeniche nei mari Italiani, il riferimento è dato dalla Banca Dati DISS (http://diss.rm.ingv.it/diss/), ovvero il catalogo delle sorgenti sismogeniche italiane
** EDSF: European Database of Seismogenic Faults (http://diss.rm.ingv.it/share-edsf/) include anche molte strutture sismogeniche offshore nel Mediterraneo