Terremoto, a un anno dal sisma recuperati quasi 17.000 beni artistici

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Un anno fa il Terremoto colpiva le regioni del centro Italia Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria provocando una ferita insanabile nel nostro Paese. Alla perdita inconsolabile di vite umane si sono aggiunti, a più riprese, i colpi inferti al patrimonio culturale. Dal 24 agosto 2016 si è provveduto alla messa in sicurezza di 952 beni immobili e sono stati recuperati quasi 17mila beni storico-artistici e archeologici, oltre 9.500 libri e più di 4.500 metri lineari di archivi, preziosi custodi della nostra memoria storica. “Con la chiusura della fase emergenziale al 19 agosto 2017 non si può certo considerare concluso il lavoro necessario per salvare il patrimonio culturale delle aree colpite” si legge nella relazione del segretario generale del ministero delle attività culturali e del Turismo. Tuttavia, prosegue “nonostante si abbia piena consapevolezza di quanto ancora sia necessario fare, si ritiene che, complessivamente, sia stato svolto un immenso lavoro lungo tutte le direttrici di azione dell’intervento emergenziale, con risultati eccellenti che vengono riconosciuti innanzitutto dalle comunità”.

I FONDI STANZIATI – A meno di un anno dalla prima scossa è stato approvato dal Commissario Straordinario il primo stralcio del Piano Beni Culturali, con uno stanziamento di 170 milioni di euro per la ricostruzione e il consolidamento di oltre 100 edifici – prevalentemente chiese e cattedrali – danneggiati dal sisma, individuati dalla Cei d’intesa con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Fondi che vanno a sommarsi agli oltre 43 milioni che erano già stati destinati alla messa in sicurezza e riapertura al culto di 180 chiese, per un impegno totale di oltre 200 milioni.

GLI UOMINI IN CAMPO – Sin dalle prime ore del mattino del 24 agosto 2016, le squadre di rilevamento danni del MiBACT, insieme alla Protezione Civile, ai Vigili del Fuoco, all’Esercito e ai Carabinieri del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale, hanno messo in moto una macchina che negli ultimi 12 mesi non ha mai smesso di lavorare, fronteggiando con competenza anche le conseguenze delle nuove, terribili scosse di ottobre e gennaio, che hanno reso ogni volta necessario rivalutare tutte le attività di monitoraggio e primo intervento già effettuate. Tutte le strutture hanno così lavorato alla ricognizione dei danni, alla messa in sicurezza degli edifici e al ricovero e restauro delle opere nei depositi temporanei allestiti a Paludi-Celano per l’Abruzzo, a Cittaducale per il Lazio, ad Ascoli Piceno e Ancona per le Marche e a Spoleto per l’Umbria. Nella relazione del comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale si mette in evidenza che “sin dalla mattina del 24 agosto 2016, personale tratto dalla Task Force Carabinieri ‘Unite4Heritage’, dei Nuclei di Roma, Ancona e Perugia, nonché del Reparto Operativo è iintervenuto ad Amatrice (RI), Arquata del Tronto (AP) e Norcia (PG) e in tutta la provincia di Macerata, permettendo di acquisire un preliminare quadro di situazione sul patrimonio culturale danneggiato e per individuare i possibili ricoveri dei beni culturali mobili”. “Un impegno corale non solo degli gli attori pubblici – si legge – ma anche delle associazioni private e di volontariato che hanno lavorato e stanno operando con un unico obiettivo: la salvaguardia del patrimonio culturale a rischio”. Dal 24 agosto al 31 dicembre 2016, il comando ha infatti impiegato complessivamente, 1.921 unità, avvalendosi anche dell’ausilio di uomini e mezzi del 5° Reggimento Carabinieri ‘Emilia Romagna’ e dell’11° Battaglione Carabinieri ‘Puglia’ nonché col supporto logistico della Legioni Carabinieri ‘Puglia’ e ‘Marche’, mettendo in sicurezza 8.062 beni, di cui: 3.843 in Umbria; 2.618 nelle Marche; 1.581 nel Lazio; 20 in Abruzzo.

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